Palermo in serie B. Futuro rosa, nuovo ingresso nel collegio sindacale e Pallotta non molla. I dettagli

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul futuro del Palermo tra City Group e Pallotta.

Nei giorni scorsi, inoltre, è stato modificato l’assetto del collegio sindacale del Palermo, con la nomina a presidente di Sandro Mencucci. L’ex ad della Fiorentina, nonché ex membro del board del Leeds, è da maggio il nuovo amministratore delegato del Lecce, carica che però non entra in conflitto col suo ruolo all’interno dell’organo di vigilanza del club rosanero.

Finché le due squadre militeranno in categorie diverse, non sussistono problemi di questa natura. In occasione della sfida con la Feralpisalò, quando già era certa la promozione dei salentini in Serie A, il dirigente è sceso a Palermo per seguire di persona la semifinale di ritorno dei play-off. Da tempo Mencucci è in strettirapporti con Mirri, tanto che si sono susseguite ipotesi in passato su una possibile trattativa con Radrizzani, azionista di riferimento del Leeds. Ipotesi che, di fatto, non hanno mai trovato fondamento; o quantomeno, non si sono mai concretizzate in trattative reali.

In realtà, se ci sono altre trattative in piedi, quelle sono col Raptor Group di James Pallotta. Già a dicembre, sulle pagine del Giornale di Sicilia, raccontavamo della manifestazione di interesse presentata dall’italo-americano a Mirri, risalente ad ottobre 2021. L’interesse dell’ex presidente della Roma non è scemato, tanto da farsi nuovamente vivo nelle scorse settimane, proprio quando le operazioni sull’asse Palermo-Manchester hanno visto entrambe le parti compiere dei sostanziali passi in avanti. Al fianco di Pallotta, anche in questa occasione, ci sarebbe Franco Baldini, che ha lavorato per lui proprio nella Capitale.

Una conoscenza di vecchia data anche per Castagnini e Sagramola, il cui futuro a Palermo appare però sempre più in bilico, con un nuovo insediamento societario. Almeno, con un eventuale ingresso del City Football Group, le speranze di mantenere i loro ruoli (direttore sportivo il primo, amministratore delegato e direttore generale il secondo) sarebbero prossime allo zero. Ma se dovessero aprirsi altri fronti, potrebbero trovare un salvagente in extremis.