Palermo. Domani il ritorno dei playoff. Riecco il 29 maggio la data totem del calcio rosanero

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’importanza del 29 maggio nella storia del Palermo.

Ventinove maggio, ancora tu. Non una semplice data, ma un appuntamento che si presenta ciclicamente nella vita ultracentenaria del Palermo. Ci sono due ricorrenze nella storia del club: una è naturale (primo novembre, giorno della fondazione nel 1900); l’altra è stata acquisita nel terzo millennio quando, il 29 maggio 2004, la città ritrovò la serie A dopo 31 anni. Una giornata, nel corso degli anni, legata a tanti altri momenti decisivi: la prima qualificazione in Europa, la finale di Coppa Italia, fino a una penalizzazione che aprì le porte del baratro.

E domani, nella gara di ritorno contro la Feralpisalò, la data potrebbe regalare nuovamente un sorriso, con l’approdo in finale playoff per la promozione in serie B, agognato traguardo e ulteriore passo verso la completa rinascita. I cinque 29 maggio del Palermo attraversano fasi e contesti diversi, ma hanno un comune denominatore: la passione della tifoseria che, soprattutto nei momenti decisivi, è capace di raggiungere livelli difficilmente ripetibili in Italia. Quello che ha lasciato maggiormente il segno è, appunto, datato 2004. Al “Barbera” arriva la Triestina e lo stadio è già pieno quando il cielo è ancora luminoso.

La città aveva preparato l’evento da tempo, tra bandiere sui balconi e cartoncini con la lettera “A” nei vicoli. In partita, Luca Toni fa doppietta e chiuderà la stagione con 30 reti, obiettivo adesso nel mirino di Brunori, a quota 27. Quella sera avrebbe potuto esser ci Baldini, ma fu esonerato mesi prima. I festeggiamenti, che andranno avanti fino a notte fonda, se li godrà Guidolin ma in realtà la festa durerà più a lungo. Sì, perché in serie A il Palermo è protagonista di un campionato memorabile, ottenendo da neopromosso la qualificazione nell’allora Coppa Uefa. Il traguardo arriva esattamente un anno dopo: 29 maggio 2005, 3-3 con la Lazio. Stesse scene, a parte la lettera “A” sostituita da un bandierone dell’Europa: Zamparini e Guidolin eroi, Toni sempre in rete. Allenatore e centravanti andranno via e si chiuderà un ciclo. Fuori dal “Barbera”, i tifosi vanno a caccia di autografi.

Lo stadio è una bolgia per l’intera stagione: niente botteghino, non c’è un posto libero perché i tifosi  anno polverizzato tutti gli abbonamenti già in estate. Si devono aspettare sei anni per un altro 29 maggio: nel 2011, la squadra di Delio Rossi disputa la finale di Coppa Italia contro l’Inter. Davanti alla prospettiva di conquistare un trofeo, Palermo invade letteralmente Roma con 40 mila tifosi che colorano la Capitale di rosa. Nei giorni precedenti, i rivenditori registrano lunghe code per i biglietti e ognuno aspetta per ore il proprio turno. Da Palermo si parte con qualsiasi mezzo pur di esserci. Nell’Olimpico rosanero, però, la coppa la porta a casa l’Inter. Da quel momento, comincia la parabola discendente, come una serie tv che non riesce a rinnovarsi e offre soltanto pochi episodi in grado di far balzare lo spettatore. E infatti, nel 2019, sempre il 29 maggio, iniziano i titoli di coda: al Palermo, terzo in B e ai play-off, vengono tolti 20 punti per illeciti amministrativi. Dopo qualche mese, c’è il fallimento. Domani, un altro 29 maggio che potrebbe fare intravedere il penultimo gradino verso il calcio che conta. Poi, il prossimo di un fine settimana sarà nel 2027 (di sabato, come nel 2004). I tifosi lo segnino sul calendario.