Nembro riparte dopo l’incubo coronavirus: “È stato un massacro, ma ora non dobbiamo avere paura, non siamo a Chernobyl”

Dal 18 maggio come tutta l’Italia anche Nembro, uno dei comuni della Bergamasca più colpiti dalla pandemia di coronavirus, è entrato nel pieno di quella Fase 2 in cui si cercherà di convivere col virus, alla ricerca di una “nuova normalità”. “Abbiamo voglia di ritornare a un minimo di vita pseudo normale”, dice esplicitamente una cittadina del paese ai colleghi di “Fanpage.it”. A Nembro, come spiega il sindaco Claudio Cancelli, i morti per coronavirus sono stati 177 dal 23 febbraio. “Nella seconda settimana di marzo abbiamo avuto un picco di 60 decessi a settimana – dice Cancelli -. Nell’analogo periodo dello scorso anno abbiamo avuto 15-20 morti, a fronte dei 177 di oggi”, spiega il sindaco, a sua volta contagiato e poi guarito dal virus, per sottolineare la gravità dell’epidemia in paese.

“La ripartenza richiede un forte senso di responsabilità, e c’è il rischio che ci sia disattenzione – dice Claudio Cancelli -. È una ripartenza con ‘rischio calcolato’ come è stato detto, ma vuol dire che dobbiamo garantire rispetto delle misure, di tutte le misure indicate”. “C’è un rischio connesso” con la riapertura dei luoghi della socialità e dei luoghi di lavoro, spiega il sindaco, “dobbiamo assicurare che ci sia sorveglianza sanitaria e si possa intervenire subito laddove dovesse esserci il contagio, per evitare che si torni indietro”.
Il sindaco confida nel senso di responsabilità dei suoi cittadini, gli stessi che iniziano in questi giorni a uscire all’aria aperta e a vivere gli spazi pubblici dopo mesi di lockdown: “Sai che non sei tranquillissima, però c’è tanta voglia con le dovute precauzioni di uscire di nuovo nel mondo – dice una signora nella piazza di Nembro -. Perché sono stati mesi veramente orrendi soprattutto qua”. Tra le persone in piazza c’è anche una ragazzina: “Mi sono sentita un po’ in prigione, è stato un brutto periodo perché avevi tante preoccupazioni”, spiega, raccontando che anche uno zio è stato colpito dal virus, anche se ora sta meglio. “Abbiamo avuto paura e siamo stati molto in ansia, però abbiamo speranza in un futuro migliore sicuramente”, dice un’altra signora.
Tra coloro che provano a ripartire ci sono anche i commercianti del paese: “Per tornare come prima sarà un po’ lunga, però credo che la gente abbia voglia di uscire” dice un gelataio, tornato da solo al lavoro perché i suoi due dipendenti sono rimasti a casa, senza nemmeno la cassa integrazione al momento: “Speriamo di riuscire a farli tornare”.  “Nembro ha passato un periodo bruttissimo – dice un ristoratore – è stato il paese più colpito inizialmente dalla pandemia, è stato un massacro. Però adesso la situazione è sotto controllo – rilancia il gestore del ristorante – non bisogna aver paura, non siamo a Chernobyl”. Il sindaco Cancelli riassume così lo stato d’animo dei suoi concittadini: “C’è bisogno di riaprire, perché sennò entriamo in un circolo vizioso. Però c’è bisogno di forte attenzione: spero che anche a livello di strutture sanitarie ci sia la capacità di riflettere sui tanti limiti ed errori che abbiamo registrato in questa pandemia, che ci ha messo in ginocchio in tanti momenti”.