Mirri: «Cosa succederà adesso? Nessuno può saperlo con certezza. Vogliamo Centro Sportivo»

Intervenuto ai microfoni del sito ufficiale del Palermo, Dario Mirri, attuale presidente del club rosanero, si è espresso così in merito all’emergenza Coronavirus: «Cosa succederà adesso? Nessuno può saperlo con certezza. Ognuno propone una soluzione…noi siamo sereni perché consapevoli del nostro merito e della nostra posizione. Ho sentito qualcuno proporre addirittura i playoff, un’ipotesi quantomeno fantasiosa che comunque, anche volendo immaginarla, in ogni caso non vedo perché dovrebbe coinvolgere il Palermo. Mai nel mondo del calcio – a mia memoria – la squadra prima in classifica ha disputato i play off per la promozione, ma ha sempre avuto il diritto alla promozione diretta. Ad ogni modo, di sicuro, l’intero mondo del calcio cambierà, credo che sarà ridimensionato nei suoi volumi, coerentemente con il mercato globale che si ritrova già adesso ad affrontare una strada in forte salita. La nostra tabella di marcia in ogni caso non cambia: il piano di sviluppo, il settore giovanile, il museo, la polisportiva virtuale, l’e-commerce, e tutto il resto sono tutti percorsi già ampiamente avviati che riprenderanno immediatamente senza che il lavoro profuso fin qui, vada sprecato. Dovremo solo correre più in fretta, ma del resto lo facciamo da quando siamo nati. Allo stesso modo, andiamo avanti anche sulle grandi priorità: il centro sportivo e lo stadio. Nel primo caso, lavoriamo quotidianamente alla ricerca di campi di allenamento per i nostri ragazzi e per far fronte ai tanti ostacoli incontrati finora a riguardo, tra strutture abusive in piena attività e l’impossibilità invece, nostro malgrado, di creare un polo virtuoso nella nostra Città. Le aree esistenti a Palermo, pubbliche o private, non sono disponibili, per vincoli istituzionali o per problemi tecnici insormontabili. A questo punto non avremo altra scelta se non cercare spazi fuori città. Ma la priorità rimane massima, anche se siamo appena nati: è il tassello fondamentale per cambiare alla radice lo sport in città. Se negli scorsi anni si fosse seminato qualcosa anche in questa direzione, quando davvero bastava poco visto il fatturato di cui il Palermo godeva, oggi il sistema calcio in città non sarebbe costretto a partire totalmente da zero. In qualche modo, anche da tifoso appassionato, avrei forse preferito qualche vittoria in meno sul campo, a fronte della realizzazione di un progetto strutturale, quale valore duraturo per la società stessa, per il rafforzamento del proprio patrimonio e rivolto allo sviluppo di tutta la città».