La Nuova Venezia: “Adesso la Cremonese. Ecco come la squadra di Vanoli ha disintegrato il Palermo nel doppio match”

L’edizione odierna de “La Nuova Venezia” si sofferma sulla finale playoff che il Venezia andrà a giocare contro la Cremonese.

Sarà la Cremonese ad affrontare, a partire da giovedì 30, il Venezia nella finale playoff per salire in Serie B. I grigiorossi hanno battuto in modo clamoroso il Catanzaro per 4-1 grazie alle reti di Vazquez, Bonaiuto, Coda e Sernicola (gol della bandiera di Antonini per i calabresi).

DA SOGNO. Un Venezia da sogno disintegra il Palermo battendo i rosanero in entrambe le partite della semifinale playoff per la Serie A. Impressionante l’atteggiamento della squadra di Paolo Vanoli vista al Penzo che in una cornice unica e meravigliosa ha regalato un’altra serata magica al popolo arancioneroverde.

DA QUINTO A QUINTO. Come piace a Paolo Vanoli. La rete del 2-0 siglata dal Venezia contro il Palermo è l’emblema del calcio proposto dal tecnico arancioneroverde. Partecipazione offensiva di tutta la squadra con i due quinti che fanno la differenza. «È tutto l’anno che facciamo un tipo di lavoro, li avrei ammazzati (ride, ndr) », spiega l’allenatore, «i quinti devono andar dentro e correre. Zampano ha fatto una grande partita, Candela con un avversario difficile ha dovuto sapere quando attaccare, perché Di Mariano è offensivo. Lo ha fatto bene. Nei primi trenta minuti il calcio che abbiamo fatto è stato di alto livello».

LA GIOIA DI CANDELA. «È stata una prestazione collettiva di squadra», «sottolinea Candela, «abbiamo spinto fin da subito perché, al di là del gol di vantaggio dell’andata c’erano pochi calcoli da fare, penso che abbiamo fatto un’ottima prestazione: siamo felicissimi. Siamo una squadra molto giovane e che deve spingere sempre, quando rallentiamo un attimo possiamo distrarci, dobbiamo essere più bravi quando abbiamo il possesso palla a gestirlo senza perderlo, però siamo andati avanti di due gol meritatamente». L’aiuto del Penzo, il vero dodicesimo uomo in campo: «Per tutti noi è stata una fortissima emozione, il pubblico ci dà carica, si è creato un legame forte fin da subito e siamo felici di aver gioito, non vediamo l’ora di tornare qui domenica». È il primo gol stagionale di Candela: «Lo dedico ai nostri tifosi che sono venuti così tanti al Penzo e ci danno sempre un enorme sostegno. Un dedica anche alla mia famiglia che mi sta sempre vicino e mi segue sempre».

LA RABBIA VINCENTE DI ZAMPANO. «Siamo contentissimi», spiega Zampano, « il Palermo è una squadra forte e ambiziosa. Con il mister abbiamo preparato bene la partita. Siamo scesi in campo per vincere, ci siamo allenati per questo. Dopo la gara con lo Spezia e la Serie A sfiorata avevamo tanta rabbia. Abbiamo trasformato questa rabbia in queste due gare. Adesso rimaniamo con i piedi per terra, mancano ancora due partite. Dobbiamo essere aggressivi come lo siamo stati oggi per continuare a inseguire questo sogno. I tifosi ci hanno aiutato tanto».

FATTORE PENZO. È stato un Penzo sontuoso. Tutto lo stadio ha spinto Pohjanpalo e i suoi compagni dal primo all’ultimo secondo della partita senza mai fermarsi, trascinando ancora una volta l’undici di Vanoli. Una condivisione totale tra squadra e i tifosi. Un’atmosfera unica che da tante stagioni non si vedeva. «Ringrazio anche questi magnifici tifosi», continua il mister del Venezia, «vedere il Penzo pieno è stato meraviglioso: ci ha letteralmente trascinato. Secondo me, la soddisfazione è stata quella di entrare come se fossimo stati noi sotto nel punteggio, avremmo potuto fare anche qualche gol in più».

LA DEDICA AL PRESIDENTE. È la vittoria anche del presidente Duncan Niederauer che in questo ultimo periodo è stato sempre più vicino alla squadra. Contro il Palermo ha assistito alla partita, prima in curva sud, con i tifosi e poi negli istanti finali a bordo campo. Il finale è da libro cuore con l’abbraccio bellissimo tra Vanoli e Niederauer. Nel post partita l’allenatore del Venezia ha un pensiero per il suo presidente: «Una società non è solo l’allenatore, anche il direttore sportivo, la squadra e soprattutto il presidente. Ha fatto tanto Niederauer per questo club, ha sempre capito gli errori e sta migliorando in tutto questo. Poi con il presidente e il ds ci sono dei confronti, come successo a dicembre, io sono un professionista e, come detto nella storia di Johnsen, devo adattarmi. È stata fatta una cosa che secondo me in quel momento non era giusta, ma non mi ha cambiato la vita, perché abbiamo continuato a lottare anche grazie al nostro presidente: sono sicuro», conclude il tecnico, «che ci siano ancora prospettive importanti».