Il Fatto Quotidiano: “Rivoluzione del calcio italiano. Coppa Italia per tutti, ridotti i playoff di B”

L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” si sofferma su una rivoluzione nel calcio italiano.

Meno squadre, più controlli, retrocessioni ridotte. Col rischio che alla fine la grande riforma del calcio italiano assomigli al classico topolino partorito dalla montagna. Un restyling di facciata per ottenere nuovi favori dal governo, sgravi fiscali, scommesse, stadi. Nella speranza di risollevare il movimento, o almeno fingere di farlo. LA FIGC del presidente Gravina da mesi prepara la sua proposta. Adesso però non si tratta più di indiscrezioni: c’è un documento ufficiale. Un piano strategico, elaborato da Deloitte, che il Fatto ha visionato e può rivelare. Il punto di partenza è il numero di squadre: oggi sono troppe. Il taglio però sarà solo da 100 a 80, intervenendo esclusivamente sulla Serie C, che perderebbe un girone e sarebbe la vittima sacrificale, cancellata anche come entità politica (addio Lega Pro, accorpata alla Serie B). Questo per dare più potere alla Serie A: continuerà a valere il 12%, ma con un 6% attribuito al calcio femminile (le proprietà spesso sono le stesse) di fatto arriverebbe al 18% (le altre: Serie B 12%, Dilettanti 30%, calciatori 19%, allenatori 9%, arbitri 2%). La Figc, insomma, sembra aver fatto retromarcia sulla Serie A a 18 squadre, idea che pure troverebbe sponda nelle big ma divisiva.

Solo che una riforma che non parte dalla testa rischia di essere monca. Dunque Serie A e B ancora a 20, con un sistema di retrocessioni simmetrico e ridotto: solo due squadre scenderebbero direttamente, la terza con un play-off tra terzultima e quartultima di A, e terza e quarta di B. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni), che aveva finito per falsare il torneo cadetto. Nuova formula per la Coppa Italia, con l’allargamento a tutti i club professionistici (in realtà in Inghilterra partecipano anche i dilettanti) e gara secca. Piacerà ai tifosi, meno alla Lega Cacio che con la formula attuale, per quanto scontata, ha raccolto ascolti e incassi record.

QUESTO DIPENDE dal governo, infatti il documento insiste sulla connessione fra iniziative a carico del sistema e con il coinvolgimento delle istituzioni. Una sorta di doutdes: noi facciamo le riforme (come se non fosse interesse innanzitutto del pallone), voi in cambio ci date qualche provvedimento di favore. Quali è presto detto. Scommesse, con l’abolizione del divieto di pubblicità e una percentuale sul margine dei concessionari (cioè la differenza fra puntate e vincite). Stadi, con una cabina di regia a Palazzo Chigi per sbloccare i progetti dai veti locali. I soliti pallini della Serie A, più qualche novità, come un intervento sui contratti dei calciatori, con durata superiore a 5 anni e clausole automatiche, oltre agli sgravi per i giovani.