Il Fatto Quotidiano: “Ascolti Tv, DAZN e i dati gonfiati. Agcom accende la bomba. Tim minaccia accordo con Sky”

L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” si sofferma sugli ascolti Dazn gonfiati e la bomba accesa dall’Agcom.

Nei giorni in cui l’Uefa rende noto, nel suo rapporto sullo stato del pallone in Europa, che causa Covid nella stagione appena trascorsa gli spettatori negli stadi, e quindi i ricavi da botteghino, hanno avuto un calo del 90,8% (!), che il calo di fatturato (- 7 miliardi) è stato del 25% e che a dispetto di ciò il 91% dei ricavi dei club se n’è andato in stipendi per giocatori, stipendi per dirigenti e spese di mercato (commissioni ai procuratori comprese: vedi gli 11,6 milioni finiti nelle tasche degli agenti di Vlahovic dopo il passaggio dell’attaccante dalla Fiorentina alla Juventus), nei giorni in cui l’Uefa preconizza un ulteriore, sensibile calo dei fatturati anche per la stagione in corso, in Italia ci sono una Lega di Serie A che avanza una mozione di sfiducia verso il presidente federale Gravina, una Figc che minaccia la Lega di commissariamento e un presidente di Lega, Dal Pino, che se ne va sbattendo la porta ringraziando non i suoi sottoposti, cioè i presidenti dei 20 club di A, accusati di resistenza al cambiamento e intelligenza col nemico, ma il presidente FIGC Gravina (sic).

E mentre dirigenti di club importanti come Inter e Milan, al secolo Marotta e Scaroni, piangono miseria e pietiscono ristori al governo proprio nei giorni in cui la Juventus, dopo aver chiuso l’ultimo bilancio col passivo più alto della storia del calcio italiano, 209,9 milioni, acquista Vlahovic in un’operazione da 154,6 milioni, l’Agcom accende la miccia di una bomba che potrebbe far saltare il Palazzo: quella degli ascolti-tv. Che anche se nessuno lo dice sono precipitati alla metà rispetto a quelli dell’anno scorso. Riassumendo: al termine di una istruttoria durata mesi Agcom ha stabilito (delibera 18/22 del 20 gennaio 2022) che i dati d’ascolto resi noti fino ad oggi, e forniti a Dazn da Nielsen, istituto non certificato, non sono veritieri. I dati cui occorre fare riferimento sono quelli di Auditel: e come si legge nella delibera, “la variazione percentuale complessiva dell’audience tra le due rilevazioni è pari a oltre il 50% per il girone di andata”.

Al termine di una istruttoria durata mesi Agcom ha stabilito (delibera 18/22 del 20 gennaio 2022) che i dati d’ascolto resi noti fino ad oggi, e forniti a Dazn da Nielsen, istituto non certificato, non sono veritieri. I dati cui occorre fare riferimento sono quelli di Auditel: e come si legge nella delibera, “la variazione percentuale complessiva dell’audience tra le due rilevazioni è pari a oltre il 50% per il girone di andata”. Ciò significa che quando Dazn parla di 1 milione di ascolti, il dato reale è 500 mila. Sempre Agcom scrive che addirittura nelle ultime 4 giornate del girone d’andata lo scostamento tra i dati forniti da Dazn/Nielsen (fasulli) e quelli di Auditel (autentici) ha toccato il 60%. Come forse non tutti sanno i diritti-tv, che sono la principale fonte di sostentamento del calcio italiano, sono già stati venduti in calo (930 milioni: 840 da Dazn e Tim, 90 da Sky) rispetto a quelli del triennio 2018-21 (973,3 milioni: 780 da Sky, 193,3 da Dazn). Ebbene, il drammatico crollo di audience verificatosi nel passaggio dall’era-Sky all’era-Dazn, e che è costato la poltrona all’Ad di Tim Gubitosi, determina chiare e angosciose conseguenze: dalle più immediate, come la rivolta degli investitori pubblicitari (Upa) ai quali fino ad oggi sono stati forniti dati drogati del 50% e che hanno speso 100 per una resa di 50, alle più lontane anche se inevitabili, visto il deprezzamento del prodotto, come l’asta dei diritti che avverrà nella primavera 2024: se è vero che la stessa Tim sta già rinegoziando al ribasso l’intesa con Dazn (chiede uno sconto di 90 milioni l’anno per i 3 anni dell’accordo) e minaccia di passare armi e bagagli con Sky, pensare di rivendere i diritti alle già esigue cifre attuali è a dir poco folle. Siamo sul baratro.