Giornale di Sicilia: “Si fortifica l’ipotesi di falso in bilancio in un determinato contesto”

“[…] Archiviato il procedimento civile, i pm ieri mattina si sono riuniti per fare il punto della situazione: il vertice tra il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e i pm Dario Scaletta e Andrea Fusco rafforza il proposito di fare reclamo contro il rigetto del fallimento. Poi c’è l’aspetto penalistico e il decreto della quarta sezione civile del tribunale è stato letto per verificare la tenuta di iniziative contestuali e parallele, che sarebbero già state adottate dal pool, di cui fa parte anche il pm Francesca Dessi. La partita non è cioè conclusa: nel caso Mepal-Alyssa varie operazioni hanno consentito al Palermo di appostare nei bilanci voci attive e di nascondere parte dei buchi finanziari. La regia unica, la riconducibilità a Zamparini di società che vendono e che comprano o di cui il Palermo è azionista, viene confermata dal tribunale civile. Che parla pure, con riferimento alla cessione del marchio e alla plusvalenza da 90 milioni, ritenuta fittizia dal consulente della Procura, Alessandro Colaci, di «piena consapevolezza sulle modalità con cui l’operazione è stata conclusa e sulla quantificazione del prezzo di cessione in 40 milioni». E in questo contesto che l’ipotesi dei falsi in bilancio si fortifica: gli scambi di favori tra aziende sono ritenuti palesi anche dai periti nominati dai giudici civili, Saverio Mancinelli, Angelo Paletta e Daniele Santoro. «Il pegno della quota sociale della Mepal srl, rilasciato da Alyssa sa in favore della società – scrive il tribunale – risulta costituito da una scrittura privata non autenticata, registrata all’Agenzia del-le Entrate di Varese il 17 novembre 2016». E questa è una modalità considerata del tutto irregolare: ci sarebbero voluti infatti un «atto notarile nella forma dell’atto pubblico o una scrittura privata autenticata», né «il pegno risulta annotato al Registro delle imprese o sul libro soci della Mepal, il che lo rende certamente inopponibile alla Mepal e ai terzi». In altre parole, sarebbe impossibile recuperare ciò che non dovesse essere pagato […]“. L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” analizza nel dettaglio le mosse della Procura dopo il mancato fallimento del Palermo calcio deciso dal Tribunale.