Gds: “Palermo, odissea per la carta d’identità. La strigliata di Lagalla: «Le code all’alba non sono normali»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha intervistato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla in merito alla vicenda relativa alle lunghe attese a Palermo per la carta d’identitò.

Convoca una riunione dietro l’altra, legge relazioni, s’arrabbia se non tutto funziona come spera, chiede spiegazioni ai suoi dirigenti, lamenta l’approssimazione con cui è stata gestita la transizione fra le zone blu e quelle bianche, rivendica la decisione di avere deciso sui vertici aziendali e sulla rotazione dei dirigenti sulla base di scelte autonome. Ma non si nasconde dietro un dito quando gli si fanno notare i molti problemi di cui soffre la città. Roberto Lagalla, sindaco da otto mesi, appare ottimista sul futuro e guarda il bicchiere mezzo pieno.

«È vero che abbiamo molte cose da mettere a punto – spiega – ma siamo stati quelli che abbiamo definitivamente messo in sicurezza i conti, stiamo portando a casa il piano di riequilibrio con tutte le difficoltà da affrontare: si tenga conto che il Comune ancora non ha il bilancio corrente». Nella Palermo dei cantieri senza regole e del caos sulle zone blu, il sindaco Lagalla alza la voce contro gli uffici: «Disservizi ingiustificabili». L’atto d’accusa del capo della giunta è durissimo: «Macchina amministrativa insoddisfacente, pochi vigili in strada e troppi delegati sindacali intoccabili».

E a proposito delle lunghe attese per una carta d’identità il sindaco dice: «Non è normale che c0è chi si mette all’alba per una carta di identità. Ci sono situazioni per cui bisogna chiedere scusa ai cittadini. Bisogna comunque ricontrattare alcune posizioni di privilegio. Non possiamo avere una montagna di persone che non possiamo muovere e poi ci mancano le risorse per potenziare gli sportelli cui i cittadini si rivolgono, come quelli dell’anagrafe e dello stato civile. Intanto, però, su questo punto l’assessore competente ha potenziato il servizio per ciò che ha potuto. Strutturalmente il processo è molto più lento perché bisognerà ricontrattare le posizioni di beneficio non più sostenibili».