Gds: “Palermo. Gli imprenditori sbarcati come salvatori della patria. Dal pallone ai tappi di sughero, il fiuto per gli affari sporchi”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sull’arresto dei fratelli Tuttolomondo.

Il copione è lo stesso: l’arrivo da potenziali salvatori della patria, fideiussioni dubbie che fanno crollare il castello di carte e tentativi di frode. L’incubo per il Palermo è iniziato nell’aprile del 2019.

Nella notte tra il 24 e il 25 giugno, il Palermo non consegna alla Lega la fideiussione da 800 mila euro necessaria per l’ottenimento della licenza. Peccato che in quel carteggio non ci sia la garanzia emessa dai bulgari di Lev Ins, ma solo la dichiarazione di un broker.

Tra le varie omissioni dei Tuttolomondo, si segnala l’utilizzo di un credito da 5,8 milioni rilevato da Group Itec Srl, della cui esistenza non si ha però alcuna prova. Un’acquisizione definita «del tutto fittizia» da Giovanni La Croce, nominato amministratore giudiziario della società, che segnala inoltre un compenso da 341.600 euro disposto a favore di Struttura Srl per la stesura del piano per il concordato preventivo. Una società, quest’ultima, facente sempre riferimento ai Tuttolomondo, il cui pagamento secondo i giudici «costituisce atto fraudolento» tale da dichiarare improcedibile il concordato.


Lo stesso copione dei Tuttolomondo si è ripetuto a Trieste per un’azienda di tappi di sughero, la Colombin & Figlio Spa, la cui quota di maggioranza è stata rilevata a gennaio 2020 da una società facente riferimento agli ex proprietari del club rosanero. Anche in questo caso, gli annunciati piani di risanamento cadono nel vuoto, col fallimento decretato lo scorso 22 settembre.