Gazzetta dello Sport: “Un Europeo a rischio porte chiuse, non si escludono partite senza tifosi. L’Uefa convinta: «Noi andiamo avanti»”

“«L’ Europeo si giocherà, altrimenti sarebbe una sconfitta per tutti, non solo per lo sport», ammonisce Giancarlo Abete. Ma l’escalation terroristica è inarrestabile, il 10 giugno si avvicina e le informative che viaggiano tra gli uffici delle polizie europee ormai non escludono ciò che fino ad alcuni mesi fa nemmeno si osava immaginare: in presenza di allarmi specifici, una o più partite di una delle manifestazioni sportive più attese potrebbero giocarsi a porte chiuse. L’Occidente si è scoperto nudo, insicuro, vulnerabile, e così anche il circo del pallone, il fenomeno più popolare e mediatico dell’era contemporanea. RISCHIO TECNICO Ieri il vicepresidente dell’Uefa ed ex presidente della Figc ha parlato a Radio 24 di «rischio tecnico» a proposito delle porte chiuse. Cosa significa? Che per una competizione che si sviluppa nell’arco di settimane, come un Europeo o un Mondiale (lo stesso ragionamento vale per un’Olimpiade), ci sarebbe a disposizione un solo strumento d’intervento, qualora venissero a mancare le condizioni minime di sicurezza: far disputare una partita senza pubblico. Annullarla no, come è invece avvenuto a novembre per le amichevoli Belgio­Spagna e Germania­Olanda senza conseguenza alcuna sul piano agonistico, semplicemente perché la manifestazione stessa non avrebbe ragion d’essere. Posto che misure del genere spettano alle autorità locali di pubblica sicurezza e non all’ente organizzatore dell’evento sportivo, l’Uefa fa sapere che non v’è alcun progetto di giocare le partite di Euro2016 a porte chiuse. SECONDO L’UEFA Da Nyon filtra questo: nessun piano B ma un Europeo aperto alla gente e ai tifosi, che poi sono l’essenza di questo spettacolo. Da tempo, però, l’Uefa sta cooperando col governo francese perché sin da novembre l’allerta è ad alti livelli in Francia (lo stato d’emergenza è stato esteso recentemente fino al 26 maggio) e la sicurezza della manifestazione calcistica preoccupa tutti quanti. Proprio qualche giorno fa è stato arrestato Salah Abdeslam, a lungo ricercato: «Volevo farmi saltare allo Stade de France», ha raccontato. In vista dell’Europeo, si confida molto nella prevenzione, sono aumentati gli investimenti sulla sicurezza e sarà inevitabile una militarizzazione più massiccia dell’evento. «Dopo gli eventi di Bruxelles, l’Uefa intende ribadire il proprio impegno a mettere la sicurezza al centro dei preparativi per Euro2016. Tutti gli attori coinvolti nell’organizzazione del torneo continueranno a lavorare insieme, monitorando periodicamente il livello di rischio. Da oltre tre anni a questa parte, lavoriamo a stretto contatto con le autorità per elaborare i meccanismi più adeguati a garantire un torneo sicuro, adottando tutte le misure necessarie per la sicurezza di tutti i partecipanti», è la nota rassicurante dell’Uefa. CASO PER CASO Nessuno, al momento, può prevedere cosa accadrà tra il 10 giugno e il 10 luglio. O si rinuncia in partenza a qualsiasi manifestazione pubblica di tale rilevanza, dandola vinta ai terroristi, o si va avanti facendo prevenzione, commisurando i rischi e, nell’emergenza, adottando misure finanche drastiche. Ma se si giocheranno una o più partite a porte chiuse al prossimo Europeo, questo lo si scoprirà nel caso solo nell’imminenza dell’evento stesso, di certo non adesso. Alla Gazzetta, in serata, Abete spiega: «A oggi non esiste una situazione strutturale per cui si sta pensando di disputare Euro2016 a porte chiuse. E nulla è cambiato con i fatti di Bruxelles, visto che il livello di attenzione in Francia era già molto alto. In questi mesi, dopo gli attentati di Parigi, si è giocato in Europa tutte le volte in cui si sono verificate le condizioni minime di sicurezza e sono state annullate due amichevoli in presenza di allarmi specifici ritenuti sufficientemente gravi dalle rispettive autorità di sicurezza. Il rischio lo si valuta caso per caso, non tre mesi prima dell’Europeo ma a ridosso delle partite, ed è in capo agli organismi che gestiscono l’ordine pubblico. Se le autorità intervengono gli organizzatori non possono che prenderne atto. Si tratterebbe comunque di una risposta mirata a un eventuale allarme specifico. L’Uefa vuole giocare, le partite di calcio senza tifosi non sono vere partite di calcio»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.