Gazzetta dello Sport: “Mignani sbaglia, Vanoli no. Il Venezia è spietato”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” attraverso un articolo a firma Nicola Binda si sofferma sulla sconfitta del Palermo contro il Venezia.

Palermo deludente. La speranza è che Brunori torni al Penzo ispirato come l’ultima volta, quando segnò tre gol in una delle migliori partite del Palermo (allora di Corini) in campionato. Di sicuro il bomber di casa non si può presentare abulico e inefficace come stavolta; partendo da seconda punta ha lasciato Soleri tra le grinfie dei tre giganti della difesa del Venezia per cercare di domare i lunghi lanci dei compagni, col risultato che entrambi non l’hanno mai presa.

Poi quando Mignani è passato al 3-4-2-1 Brunori è tornato a fare il centravanti, con alle spalle i fumosi Insigne e Chaka Traorè, ma la sostanza è rimasta la stessa. Discutibile la gestione del tecnico, che rispetto alla prova coraggiosa contro la Samp ha messo in campo una squadra chiusa, che ha attaccato solo con folate estemporanee, preoccupandosi di anestetizzare il Venezia.

Che però il gol l’ha trovato lo stesso. E quando s’è trattato di rimediare, in una panchina con Mancuso e Di Francesco, Mignani ha scelto l’acerbo Chaka Traorè e un Insigne che ha confermato la sua stagione anonima, sprecando la possibilità di fare il quinto cambio avendo usato i tre slot per i primi 4 (c’era anche Desplanches zoppo). La spinta del meraviglioso pubblico sarebbe potuta essere sfruttata diversamente, giocando con più slancio. Battuto il record di presenze (solo… 22 biglietti in più rispetto alla Samp), l’unica nota stonata sono stati i lanci di oggetti ai giocatori del Venezia che battevano i corner sotto la Nord. Per il resto uno stadio così avrebbe meritato ben altro, invece la palla sembrava scottare e la tensione è stata nemica di qualche giocatore (Lund su tutti). Le occasioni? Pochine: il colpo di testa di Lucioni al 26′ avrebbe meritato miglior sorte, la botta di Gomes alzata da Joronen 2′ dopo è stata l’unico tiro in porta, il tiro di prima intenzione di Ranocchia in avvio di ripresa sarebbe potuto essere gestito meglio.

Come un tuono in una serata placida. Il primo round tra Palermo e Venezia stava scorrendo senza sussulti, lo stadio stracolmo aspettava con ansia l’emozione, ogni volta che la palla si avvicinava all’area di Joronen il cuore cominciava a battere. Invece niente, il botto è esploso dall’altra parte, in un momento in cui c’era la percezione che in campo stava cambiando qualcosa, con le prime sostituzioni, dopo un’ora di schermaglie.

Solita giocata verticale del Venezia, palla a Pierini al limite, Graves fuori posizione, Lucioni in ritardo per rimediare, ma invano: il micidiale sinistro s’è infilato in diagonale, con il promettente Desplanches che non è riuscito a intervenire malgrado non fosse tanto angolato. Un tuono che ha spento il Barbera. Potremmo dire che ha anche lanciato il Venezia verso la finale, ma attenzione. Questa è la Serie B, questi sono i playoff, e qui quando pensi di avere una certezza subito arriva la sorpresa. Ma è evidente: venerdì il Venezia potrà anche perdere con un gol di scarto, mentre il Palermo dovrà vincere segnandone almeno due di più. Possibile?