Gazzetta dello Sport: “Lega, le diplomazie tornano al lavoro. Stop a Lotito in B”

Prove di dialogo in Serie A, probabile rinvio in B. Le due principali leghe del calcio italiano sono ancora alle prese col rinnovo dei propri organismi, sebbene le elezioni federali siano state celebrate quasi tre settimane fa. La Lega di A ha visto consumarsi mercoledì l’ennesimo scontro tra grandi e piccole: le prime hanno lasciato polemicamente l’assemblea parlando di «frattura insanabile». Arriverà quindi il commissario? Il rischio è concreto ma c’è ancora tempo per rimediare. Lunedì s’insedierà il consiglio federale del Tavecchio bis che dichiarerà decaduti gli organi della A – nonostante il tentativo di Lotito di rivendicarne la prorogatio, con tanto di minacciato blitz a Coverciano – e darà tre settimane di tempo per procedere con le nomine. Solo a quel punto scatterebbe il commissariamento. «Una sconfitta del calcio«, l’ha definita il d.g. della Figc Michele Uva, che ha aggiunto: “«Il commissariamento sarebbe comunque un aiuto a creare una forma di dialogo ma secondo me ci sono i margini per arrivare a un accordo e noi tifiamo per quello».

CONFRONTI Queste, in effetti, sono le ore del tentativo di disgelo dopo lo strappo di tre giorni fa: una serie di confronti incrociati, a livello informale, in attesa della prossima assemblea di mercoledì. La strada per il doppio accordo stoppa­commissario – cioè trovare l’intesa sul nuovo statuto e poi procedere con le elezioni di presidente e consiglieri – sembra davvero tortuosa ma le divergenze sono meno ampie di quanto appaiano. Mercoledì le medio­piccole sono sostanzialmente venute incontro alle grandi sul tema della governance, accettando la figura forte di un amministratore delegato della Lega, con un presidente di garanzia. Certo, le sei big (Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli, Fiorentina) chiedono che l’a.d. sieda anche in consiglio federale assieme a un consigliere delegato e al presidente, escludendo i rappresentanti dei club: un punto d’incontro si può trovare lasciando aperta la possibilità, con decisione finale dell’assemblea. Ma la rottura si è materializzata sull’articolo 19, che disciplina la ripartizione dei proventi tv.

I SOLDI Le grandi sono consapevoli che sta per arrivare la revisione della Legge Melandri, con una suddivisione peggiorativa per loro e più improntata all’equità, però non hanno alcuna intenzione di cristallizzare adesso, senza nemmeno avere visibilità sul mercato del prossimo ciclo, le percentuali di ripartizione. Insomma, non vogliono neanche discutere del merito, e cioè della proposta delle piccole secondo cui si dovrebbe passare dall’attuale 40 (parti uguali)­30 (bacini d’utenza)­30 (risultati) al 50­ 20­30. Cosa chiedono le big? Di stralciare l’articolo 19 o di limitarsi a scrivere enunciazioni di principio, al massimo con una specifica sul paracadute, a patto che venga regolamentato per evitare le derive di questi ultimi anni, cioè di squadre che non investono e hanno addirittura convenienza a retrocedere. Un’ipotesi allo studio è quella di una specie di paracadute meritocratico: più punti fai in classifica, più soldi porti a casa. Nel fronte delle 14 alcune società la pensano più o meno allo stesso modo, t anto c he lo s c h i e r a m e n t o pro grandi può già contare adesso su 11 club, incluse società più aperte al confronto come Cagliari, Bologna, Torino, Sampdoria, Empoli. Un buon compromesso potrebbe essere il seguente: si approva il nuovo statuto, si lascia in sospeso l’articolo 19 dando mandato al futuro presidente di farsi garante per un’intesa, si procede con le elezioni. Non va sottovalutato, però, l’effetto Claudio Lotito. Già mercoledì il suo intervento ha insolentito le grandi. È vero che non ha più i fatidici 14 voti e che il suo peso politico si sta sgonfiando, però può sempre esercitare un blocco. Uno snodo importante ci sarà oggi, con l’assemblea elettiva della Lega di B.

SERIE B Andata deserta la prima convocazione di ieri, la B prova a riunirsi stamattina. Ma il sentore è che non si raggiungerà il quorum dei votanti (15) per aprire l’assemblea. La candidatura di Lotito, a voce e senza programma concreto, resta l’unica. E in questa settimana l’asse Gozzi­De Salvo (EntellaNovara) ha lavorato per asciugare i suoi sostenitori. Obiettivo prendere tempo per trovare e fortificare la candidatura di un nome esterno ai 22 club della B. Un manager che possa racchiudere intorno a sé una maggioranza corposa con un programma ampiamente condiviso. Perché anche nel fronte dei «lotitiani» inizia a insinuarsi la convinzione che con lui non ci sarebbe un futuro radioso“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.