Gazzetta dello Sport: “La riforma del calcio italiano. Spareggio tra la terz’ultima di A contro la terza di B”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla riforma del calcio italiano e le nuove idee.

E’ stato un confronto di due ore: i club, i vertici della Lega, il presidente federale. Un confronto definito «sereno e senza animosità» da Lorenzo Casini, presidente di Lega e padrone di casa, «bellissimo e interessante» dal numero uno della Figc Gabriele Gravina. Le società concordano sulla necessità di recuperare risorse, mantenere venti squadre in A e il meccanismo del diritto di veto.

Una retrocessione diretta in meno e una Lega per B e C. Il calcio italiano verso il cambio delle regole

LA A NON SI TOCCA Restano venti squadre, i tagli in C. L’Italia domina in Europa per numero di squadre professionistiche: cento. Venti compongono la Serie A, motore di tutto il sistema per incassi generati. Per questo, parere unanime dei club, venti devono rimanere: le criticità strutturali dovranno essere corrette in altre categorie. Casini ha subito confermato: «Il tema del numero dei club esiste ma non ci riguarda, ed è un nostro diritto decidere quante squadre fanno parte del campionato». Gravina ha accolto il punto di vista delle società e suggerito percorsi alternativi: per la terz’ultima di A niente retrocessione diretta ma uno spareggio con la terza classificata in B, con la conseguenza di una diversa suddivisione della mutualità (oggi chi scivola in B ha un paracadute che va dai dieci ai venticinque milioni). La riduzione del numero delle squadre avverrebbe attraverso il blocco di ripescaggi e riammissioni, quindi riguarderebbe sostanzialmente le società di Serie C. I tempi per la possibile attuazione della riforma, in questo caso, sono legati a una proposta concreta che andrà presentata nelle prossime settimane alle altre componenti.

In generale la questione delle riforme deve condurre il sistema verso una sostenibilità economico-finanziaria aggravata dalla crisi post-Covid e mai sostenuta da aiuti da parte dello stato. Casini ha parlato di un documento da discutere nell’assemblea di Lega del 5 prossimo febbraio e poi nelle riunioni successive. Lo stesso auspica Gravina: un atto strategico condiviso dalle diverse componenti. Un’idea prospettata dal numero uno della Figc riguarda un possibile automatismo nella riduzione dei compensi per le squadre che retrocedono. Sarebbe un successo arrivare all’Assemblea straordinaria dell’11 marzo con una linea comune già definita. Al contrario, conclude Gravina, «sarebbe una sconfitta, una dimostrazione di incapacità di affrontare i problemi». I club in assemblea hanno poi discusso gli altri punti all’ordine del giorno con voto e approvazione della ripartizione dei proventi da diritti non audiovisivi.