Gazzetta dello Sport: “Bellusci, urla e lacrime «Non meritiamo i fischi. Non sappiamo di chi è il club, siamo soli e ci criticano»”

L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” riporta lo sfogo di Bellusci dopo il match di ieri sera del Palermo contro il Foggia e le parole del tecnico dei rosanero Roberto Stellone:

“Il primo a presentarsi nel dopo partita è stato Bellusci. Visibilmente scosso, il difensore rosanero non ha aspettato che gli si rivolgessero domande, e ha iniziato dalla fine, cioé dall’episodio che lo ha visto reagire contro i tifosi della tribuna intenti a fischiare la squadra a fine partita. Una reazione scomposta, come ha ammeso lo stesso Bellusci, uno sfogo, con le lacrime agli occhi: «Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che ho fatto– ha detto Bellusci -­ e chiedo scusa per i modi con cui ho reagito, ma non per il concetto. Mi chiedo come si fa a fischiarci oggi (ieri, ndr), nel momento in cui non sappiamo neppure in mano a chi siamo. Siamo fragili mentalmente per la questione societaria, non abbiamo garanzie di nessun tipo. Siamo da soli. Foschi e Stellone ci stanno proteggendo da tutto e da tutti. Tolti i 10 minuti finali, bisogna solo fare i complimenti a questo Palermo. Siamo soli e se ci abbandonate facciamo più fatica. Ci sta fischiarci per quello che abbiamo fatto a Cremona, ma stavolta non lo permetto. In 4 di noi hanno finito con i crampi. Tutti dicono che bisogna aspettare il 15 febbraio per gli stipendi, ma non è così. Andiamo oltre: qual è la prospettiva? A me non interessa lo stipendio, e oggi abbiamo dimostrato di essere una squadra vera. Se la sblocchiamo, vinciamo 5­-0. Se il problema è Bellusci, me ne
vado a casa con dignità. Ma io voglio vincere il campionato e andare in A (urla, ndr), la voglio perché l’ho persa l’anno scorso. Dobbiamo essere tutti insieme, in 40 mila. Uniti». Un successo sarebbe servito più che mai, a questo Palermo, data la situazione generale. Invece i rosanero sono rimasti al palo e ci hanno rimesso il primo posto in classifica. Ora comanda il Brescia, avanti di una lunghezza, ma Stellone garantisce che il Palermo non è finito: «Io non ho nulla da rimprovera alla mia squadra. Abbiamo giocato per 70’ nella metà campo avversaria, tirando verso lo specchio della porta 29 volte. Cosa devo chiedere di più? Non voglio aggiungere niente sulle questioni societarie. Se non abbiamo vinto è perché non siamo stati precisi e fortunati sotto porta. Ma i ragazzi hanno dato l’anima. Anche in considerazione delle tante assenze importanti. Se alcuni tifosi devono venire allo stadio per criticare, in un momento di  difficoltà evidente, forse è meglio che se ne stiano a casa. Voglio ringraziare invece, quelli che ci continuano a sostenere. Lo sfogo di Bellusci? Ci sta, era molto nervoso. Ci teniamo tutti al Palermo»”.