Gazzetta dello Sport: “A Palermo la mafia mediava negli scontri tra ultrà, 20 arresti”

L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” si sofferma sul blitz del Borgo Vecchio, che ha evidenziato la presenza mafiosa nei rapporti interni fra i gruppi organizzati rosanero. E’ questo quanto emerge dalle carte dell’operazione “Resilienza”.

Dalle indagini viene fuori il nome di Jari Massimiliano Ingarao (uno dei 20 arrestati) come punto di riferimento dei capi ultrà.

È Ingarao la figura chiamata per dirimere le liti tra i gruppi e mantenere l’ordine al Barbera.

Da questa attività non c’era un guadagno in termini di denaro da parte dei boss, ma in termini di controllo del territorio. E sono tanti gli episodi in cui c’è stato bisogno della mano dei boss per mediare tra le questioni che negli anni sono sorte tra i gruppi capeggiati da Johnny Giordano (Palermo 1900), Fabrizio Rosario Lupo e Saverio Bevilacqua (Curva Nord 12) e Pasquale Minardi (Curva Nord Inferiore).


Si va dal taglio dei biglietti omaggio negli ultimi anni dell’era Zamparini ad alcuni fatti durante l’ultima stagione in D.

Come il furto di sciarpe e bandiere subito durante la trasferta di Nola dal gruppo di Giordano da parte di alcuni tifosi di casa o la rissa di Palmi tra i tifosi del Palermo, che rappresenta il punto più alto della tensione. Una tensione che stava per sfociare con una resa dei conti al Politeama, saltata solo per l’intervento dei carabinieri. È qui che intervengono ancora i boss per riportare a una tregua prima del derby col Messina, che dura ancora fino a oggi. Su tutta questa vicenda gli investigatori sottolineano l’estraneità della società rosanero. I boss non avevano rapporti con il club, che ieri ha inviato una nota, nella quale viene «condannata duramente ed incontrovertibilmente ogni condotta criminale, anche e ancor più dove collegata allo stadio Barbera e alle attività della squadra. Per tale motivo, la società ha già dato mandato ai propri legali di valutare la costituzione di parte civile ed ogni utile iniziativa in tutte le sedi opportune».