Escl. Binda: «Il Palermo si è rafforzato. Contro la Feralpisalò servirà attenzione»

Nicola Binda, giornalista de “La Gazzetta dello Sport”, Nicola Binda, è stato intervistato dalla redazione di Ilovepalermocalcio.com per analizzare il campionato e il mercato di Serie B.

Di seguito l’intervista completa di Nicola Binda:

Per quanto riguarda la Serie B, cosa ne pensa dell’ultima sessione di calciomercato invernale e quali sono state le squadre che l’hanno delusa e sorpresa?

«C’è stato un salto di qualità importante da parte di alcune squadre che hanno alzato il tiro per la corsa alla promozione. Mi riferisco alla Cremonese, al Como e anche al Palermo. Sono tre club che hanno aumentato il loro livello tecnico e quindi è un mercato che le vede rafforzate. Anche le squadre in lotta per la salvezza hanno fatto molti movimenti. Tutte le squadre saranno agguerrite e quindi il campionato aumenta di valore e di difficoltà».

Cosa ne pensa delle parole di Simone Giacchetta, direttore sportivo della Cremonese, il quale ha parlato di un mercato dopato dalle proprietà straniere?

«Di sicuro loro non si sono tirati indietro perchè hanno speso circa 3 milioni di euro per Johnsen. Tuttavia mi colpisce come ci sia una sola proprietà italiana che compete con quelle straniere. Il Parma è americano così come il Venezia, il Como è indonesiano, il Palermo è degli Emirati Arabi ed è confortante che in Italia c’è ancora qualcuno che investe nel calcio e la Cremonese ne è l’esempio più concreto».

In questa finestra di mercato giocatori come Ranocchia e Strefezza sono scesi di categoria. Come valuta queste operazioni?

«Evidentemente la Serie B non è considerato come un campionato di basso livello ma prestigioso e loro hanno sposato il progetto di due club che vogliono salire di categoria . Sono convinti che, facendo un passo indietro oggi, ne fanno due in avanti per il futuro in quanto non sono investimenti di cinque mesi ma anche per l’anno prossimo. Quindi non hanno fatto un salto nel vuoto ma ponderato migliorando la loro condizione e quella delle rispettive squadre».

Tenendo conto del girone di andata, delle prime gare dell’anno nuovo e del mercato, secondo lei cambia qualcosa per quanto riguarda la lotta promozione?

«Il Venezia lo vedo ridimensionato in quanto perde Johnsen e non ha potuto fare investimenti, anche se rimane una squadra ben allenata da uno dei tecnici migliori della categoria insieme a Pecchia e Stroppa. Vanoli è il valore aggiunto di questa squadra. Tutte le altre hanno fatto un salto di qualità in avanti. Solo il Parma non ha fatto movimenti ma si tratta di una scelta ben precisa e di fiducia verso un gruppo che, nonostante l’assenza di nomi nuovi, si sente comunque più rafforzato e motivato per arrivare in fondo. Quindi vedo una lotta promozione ristretta a cinque squadre e di livello superiore».

Anche il Cittadella ha optato per la conferma del gruppo, mentre il Catanzaro ha deciso di sacrificare Katseris già a gennaio. Cosa ne pensa delle scelte di queste due società?

«Forse il Catanzaro avrebbe avuto necessità di cambiare qualcosa in attacco in quanto Donnarumma non si è ben integrato nel gruppo. Per il resto hanno inserito due giocatori, uno in difesa e uno a centrocampo, che hanno migliorato la rosa. Il Cittadella, come il Parma, non ha inserito nuovi elementi ed è un messaggio di fiducia. D’altronde parliamo di due squadre non partite per vincere a differenza delle prime cinque che hanno più o meno dichiarato di lottare per la promozione. Di conseguenza reputo comprensibile quanto hanno fatto queste due società».

Come giudica le vicende degli ultimi giorni in casa Bari, dal cambio in panchina alle dichiarazioni di Aurelio e Luigi De Laurentiis?

«Secondo me questo equivoco va risolto quanto prima. Avere due squadre con un tifo del genere è un equivoco che può reggere fino a quando sei in Serie D o in Serie C. Quando ti ritrovi in Serie B, per il bene del Bari, che ambisce a salire, va trovata una soluzione a prescindere dalle leggi sulla multiproprietà. Ad oggi un tifoso biancorosso si sente suddito di Napoli e lo trovo ingiusto in quanto Bari è la settima tifoseria d’Italia e non merita di essere definita una seconda squadra».

Quanto al cambio in panchina è una situazione particolare. Innanzitutto il mercato degli allenatori non metteva a disposizione tante scelte. Tuttavia Iachini è un allenatore di grande esperienza, che ha già vinto questo campionato e che può sicuramente raddrizzare la baracca. La piazza ha gradito il suo arrivo e questo può sicuramente stemperare il clima per consentire al Bari di lavorare più serenamente. Sapere di avere Iachini anche l’anno prossimo è sicuramente un punto di partenza importante, però la proprietà deve uscire dall’equivoco e capire se costruire una squadra in lotta per la Serie A o per un altro anno di transizione».

Sabato il Palermo giocherà in trasferta contro la Feralpisalò. Che tipo di partita si aspetta?

«La Feralpisalò è la squadra più difficile da affrontare in questo momento. Dopo il mercato e gli ultimi risultati si è ingalluzzita e quindi il Palermo non dovrà sottovalutare questa partita e approcciarla come un big-match. I rosanero è come se la giocassero in casa visto che i suoi tifosi saranno nettamente di più rispetto a quelli della Feralpisalò. Servirà grande attenzione contro una formazione che non è la squadra materasso».

Cosa ne pensa delle voci in merito a delle possibili riforme del calcio italiano che riguardano anche la Serie B, soprattutto inerente alla lotta playoff?

«Si sono fatti tanti ragionamenti. Purtroppo vedo la riforma come una cosa ancora lontana in quanto manca un accordo tra le varie leghe e la Federazione e non si riesce a trovare la soluzione. La sensazione che si ha è che, se in futuro ci sarà una rivoluzione, cambierà qualcosa per quanto riguarda le promozioni e le retrocessioni, attraverso ad esempio spareggi incrociati. Non si sa quando possa accadere, perchè non è detto che si parta dall’anno prossimo o per i prossimi due-tre anni. Di sicuro mi spiacerebbe perdere l’attuale formula dei playoff, la ritengo molto affascinante, piace molto e i numeri dicono che sia una formula vincente in quanto gli stadi si riempiono e ci sono sempre partite avvincenti. Per cui spero che l’eventuale riforma sia migliorativa e non peggiorativa. Da neutrale i playoff sono avvincenti ed è il bello del calcio. Ovviamente chi partecipa soffre, esulta o piange a seconda dell’esito. Di conseguenza spero che questa formula non venga sacrificata a fronte di una riforma necessaria ma ancora da rivedere in certi aspetti».