Emerson da capitano a capo ultrà amaranto «Che peccato a Foggia, ma ci salveremo. Palermo…»

Da tre anni Emerson non indossa più la maglia amaranto, ma è livornese d’adozione e tifoso del Livorno. Lunedì ha pranzato insieme alla famiglia a Castellaneta (Taranto), poi ha portato moglie e figli a Potenza per poi partire verso lo stadio Zaccheria di Foggia.  Intervenuto ai microfoni de “Il Tirreno”, Emerson ha parlato appunto del suo amore per il Livorno: «Io e il Livorno? Avete presente quando ci si innamora di una ragazza e si è disposti a fare mille sacrifici pur di vederla? Ecco. Io per l’amaranto provo tutto questo». E i trenta tifosi amaranto come hanno reagito quando l’hanno vista? «È stato bellissimo. Abbracci, baci. Grande affetto. Nessuno sapeva che sarei andato, ma in realtà avevo il biglietto da qualche giorno. Ero pronto anche per andare a Salerno a ottobre, ma poi feci tardi all’allenamento». La squadra può salvarsi? «Secondo me il peggio è passato. Il pareggio di Foggia, per come è arrivato, può darci una spinta in più. Non dimentichiamoci che giocavamo in uno stadio pieno e caldo. I tifosi rossoneri trascinano la squadra e l’ambiente non era facile. Però poi si è verificato quanto avevo detto a Luci nei giorni precedenti: se li avessimo messi in difficoltà, la gente li avrebbe fischiati. Diciamo che gli amaranto sono stati bravi a rientrare in partita». E le quattro sconfitte di fila come la spiega? «Fisiologico. Nessuno deve mai dimenticare che questa squadra ha fatto un’incredibile rincorsa per giocarsi la salvezza a primavera. Un calo fisico e mentale poteva essere messo in conto. Ora ce la stiamo giocando. E dobbiamo essere felici di questo». Possiamo salvarci direttamente o saranno playout? «Mi pare che lì dal calderone non scappi nessuno. E ricordiamoci la difficoltà di questo campionato: 19 squadre, i riposi, compagini costruite per andare in serie A che si sono trovati nei bassifondi. Penso alla Cremonese che ora si è risollevata, ma che se non avesse vinto a Livorno avrebbe sofferto fino all’ultimo. Peccato, per quella sconfitta con i grigiorossi. Sono certo sarebbe bastato un pari – come con il Brescia – per proseguire bene fino al termine della stagione. Ora invece si soffre, perché a noi del Livorno piace così: o si soffre o non ci si diverte». Torniamo a Giannetti. Come deve gestire questo momento? «La gente non deve metterlo in croce, deve aiutarlo. Magari sarà lui a segnare i gol che valgono la salvezza, perché lui ha talento e per lui parla la sua carriera. Se davvero ci salva, sono disposto a dargli un bacio». E ora il Palermo. Come affrontare questa partita? «Si prepara da sola, nella consapevolezza che non vale tre punti ma dieci. È una gara fondamentale. Sono certo che i ragazzi faranno una gran partita. Il motivo? Non hanno nulla da perdere. Dopo quell’inizio di campionato e dopo il primo tempo di Foggia erano spacciati. Ora sono vivi. E questo deve garantire un approccio pieno di grinta e di entusiasmo con i rosanero».