Corriere dello Sport: “Fifa e Uefa calendario nel delirio. La nuova Super Champions e il Mondiale per club moltiplicano gli impegni”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sui troppi impegni previsti per la nuova stagione calcistica con il numero di competizione che è aumentato.

L’accumulo di impegni nel calendario calcistico internazionale è una questione che solleva serie preoccupazioni sul benessere dei giocatori e sulla sostenibilità dello sport stesso. La decisione di UEFA e FIFA di intensificare il numero di competizioni e partite sembra essere una risposta diretta ai problemi economici delle società calcistiche e alle minacce di formazione di leghe alternative come la Superlega, ma ciò avviene a spese della salute fisica e mentale degli atleti.

Il rischio che un calciatore di alto livello debba affrontare fino a 152 match in meno di due anni è un dato allarmante, e non sorprende che ci sia una crescente preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Questo sovraccarico di partite non solo incrementa il rischio di infortuni gravi ma pone anche problemi di gestione dei giocatori, che sono costretti a riposi frammentati tra un impegno e l’altro, aumentando il loro stress fisico e mentale.

Le implicazioni di un tale calendario sono vaste. Oltre ai problemi fisici, ci sono questioni logistiche e contrattuali da risolvere, come le scadenze dei contratti dei giocatori che non coincidono con la fine del nuovo Mondiale per club, e la complessità del calciomercato che potrebbe essere influenzato da un torneo in corso. Questo può alterare gli equilibri di forza delle squadre e l’integrità delle competizioni.

La prospettiva di stagioni ininterrotte per tre anni consecutivi, con l’aggiunta di un Mondiale ampliato a 48 squadre nel 2026, mette in luce la crescente pressione sulle carriere dei calciatori e solleva questioni etiche su come le federazioni gestiscono le esigenze del calcio moderno rispetto ai diritti e al benessere degli atleti.

È evidente che la gestione del calcio professionistico necessita di un riequilibrio tra gli interessi economici delle società e le necessità fisiche e psicologiche dei giocatori. Sarà fondamentale trovare un compromesso che garantisca la sostenibilità dello sport mantenendo al contempo la salute e la carriera dei calciatori. Questo richiederà un dialogo aperto e onesto tra le federazioni, le leghe, i club, e soprattutto i giocatori stessi.