Corriere dello Sport: “Champions League. Stasera Manchester City-Atletico Madrid. Le probabili formazioni e come vederla in tv”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle gare di Champions League.

Pep Guardiola contro Diego Simeone, a confronto, due modi diversi di intendere il calcio sul campo. Ma, forse, tanto in comune fuori dal campo, visto che entrambi sono “santoni” per tifosi e giocatori che mettono il gruppo al centro del progetto. Incredibile ma vero, la sorte li ha messi di fronte una decina di volte da giocatore ma appena tre volte da allenatori. L’unico precedente in Champions risale alle semifinali del 2015-16, quando Guardiola era alla guida del Bayern. Vittoria di misura per il Cholo all’andata (1-0, rete di Saul) e di Guardiola al ritorno (2-1, ma Bayern eliminato per la regola dei gol in trasferta).

Eliminazione che brucia e che alimenta la voglia di Champions del Pep. Perché se è vero che ne ha vinte due, è altrettanto vero che è a secco da una decina d’anni, nonostante i tanti successi in campionato con Bayern e City. La critica, in Inghilterra, lo accusa di volere fare il fenomeno con scelte tattiche a sorpresa che poi gli si rivoltano contro. Come la finale dello scorso anno contro il Chelsea senza incontrista oppure Eric Garcia titolare a sorpresa contro il Lione, oppure Laporte terzino contro il Liverpool. Voli di fantasia tattici che gli sono costati caro.

Un’imputazione che Guardiola rifiuta con sarcasmo: «Certo in Champions cerco sempre di fare il fenomeno cambiando giocatori e tattica… sarebbe noioso se non lo facessi, per questo m’invento mosse tattiche stupide… anzi, ve lo dico già, domani giocheremo in dodici per sorprendere l’Atletico». Guardiola non è d’accordo anche con chi dipinge il Cholo come difensivista: «Per me non è così. È un calcio più offensivo di quanto non pensi la gente. Vero, non costruisce dal basso, ma ha tanta qualità nel gioco dalla tre quarti in su. Ma comunque questo è un dibattito stupido. Lui vuole vincere, io voglio vincere. Chi vince ha ragione. Non abbocca neanche a discorsi relativi al presunto “mestiere” dell’Atletico: «Sono cose che facciamo anche noi, a Old Trafford Bernardo Silva è rimasto cinque minuti nell’angolo per perdere tempo ed eravamo in vantaggio per 1-0. Non è brutto, non è anticalcio, è difendere i propri interessi. E comunque io non giudico gli avversari».