Corriere dello Sport: “Caos Serie C. Ghirelli attacca: «Danneggiate 60 squadre»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caos in serie C e l’attacco di Ghirelli.

Se non fosse che siamo in agosto, e che toccando la pelle viva della Lega Pro la cosa fa forse meno rumore, il caso avrebbe scatenato ben diverse reazioni. Si riaffaccia l’elemento spesso mal sopportato dall’istituzione calcio, cioè l’intervento della giustizia civile in faccende che – di questo in fondo si tratta – dovrebbero riguardare l’ambito prettamente sportivo. Ma davanti ad un complesso di norme formato emmenthal, ci sono spazi nei quali chi non si ritiene soddisfatto dalla giustizia sportiva chiama quella civile a dire la penultima e a volte l’ultima parola.

Col risultato che l’organizzazione sportiva si scopre disarmata: ha le sue norme, le applica, poi si vede bypassata. Così sta accadendo a seguito della mancata iscrizione al campionato di Serie C di Campobasso (e del Teramo, il cui ex presidente e attuale socio di minoranza Franco Iachini ieri l’altro è stato aggredito da un gruppo di facinorosi, la Digos indaga) che dopo aver perso tutti i ricorsi sportivi (lCovisoc, Consiglio Federale e Collegio di Garanzia al Coni) e dopo aver perso il primo round civile (al Tar del Lazio) ha ottenuto una “sospensiva” dal Consiglio di Stato sulla procedura di non iscrizione. Bloccando sul nascere la stagione sportiva 2022/2023 della Lega Pro. La diatriba riguarda anche la Figc la quale, visto che la data per la discussione del ricorso è stata fissata al 25 agosto, tre giorni prima del via al campionato, ha chiesto un anticipo della discussione, ottenendo ieri dal Consiglio di Stato un no secco.

Ghirelli . Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha diffuso una nota. Durissima. « Il decreto del Presidente della Sez. Quinta del Consiglio di Stato, Luciano Barra Caracciolo, ha previsto di “temporaneamente sospendere la mancata ammissione al Campionato della ricorrente (Campobasso Calcio), in vista della camera di consiglio del 25 agosto. La Lega Pro si è vista obbligata a prenderne atto e conseguentemente a rinviare a data da destinarsi la compilazione dei Calendari del Campionato 2022/2023. Abbiamo rispetto del provvedimento ma non si può non evidenziare che i club di Lega Pro abbiano subito un danno rilevantissimo. Occorre che i tempi delle decisioni rispettino le esigenze delle imprese, in questo caso 60 club di calcio. Se ciò non avviene si procura un grave danno economico e di immagine. Questa vicenda pone la questione che dovrà essere affrontata col governo che scaturirà dalle elezioni del 25 settembre. Perché non si può anticipare la seduta? È un problema di ferie? Spero di no. Mi permetto un giudizio nel merito della motivazione che sorregge il decreto del Presidente Barra Caracciolo. Il mancato rispetto di aver ottemperato ai pagamenti non può avere come giustificazione la crisi che attanaglia l’Italia. Le 60 squadre in regola, sono “fesse” perché hanno pagato? Il consiglio di Stato si è pronunciato in passato in modo sostanzialmente opposto, cos’è cambiato? Nell’apparato produttivo italiano se una impresa fallisce, non c’è organo che interviene per mantenerla in vita».