Corriere dello Sport: “Avellino, contestazione e altri insulti ai giocatori. La Digos indaga su un episodio grave patito da Micovschi e Kragl”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Avellino contestato ieri dal suo pubblico e su un caso sul quale indaga la Digos.

Aspra contestazione con insulti ai calciatori dell’Avellino. La ripresa degli allenamenti al “Partenio”, questa volta programmato a porte aperte, era stata ampiamente pubblicizzata dalla società, invitando i tifosi biancoverdi a recarsi allo stadio. Dagli spalti circa una sessantina di spettatori hanno riversato la loro rabbia e la loro delusione nei confronti del tecnico della squadra irpina Carmine Gautieri e dei suoi calciatori per il deludente campionato e, soprattutto, per l’eliminazione al primo turno dei playoff di un Avellino che avrebbe dovuto vincere il campionato e tornare in Serie B. La contestazione, rispetto alla quale i tesserati hanno mostrato completa indifferenza, è avvenuta alla presenza del personale della Digos della Questura di Avellino che starebbe, intanto, indagando su un grave episodio avvenuto giovedì della scorsa ettimana, da parte di ignoti, nei confronti di Micovschi e anche di Kragl.

Il primo a contestare i giocatori era stato il patron D’Agostino, nel post-partita della gara persa in casa contro il Foggia di Zdenk Zeman: «Questi uomini non sono all’altezza dei nostri colori. Faremo piazza pulita», aveva sentenziato il patron irpino. Non sarà un’impresa facile. L’organico dell’Avellino è composto da 27 calciatori di cui 16 con un contratto in scadenza a giugno 2023 e 6 con un biennale ovvero fino al 2024: Murano, Plescia, Micovschi, Aloi, Tito e Silvestri con quest’ultimo pronto a sciogliere subito il rapporto, come egli stesso aveva confidato fin dallo scorso ottobre. Rescindere tutti questi contratti comporterà un impegno economico rilevante con la necessità poi di reperire altri calciatori. La volontà è di allestire una squadra che dovrà puntare al salto in Serie B nel 2023 che è pure l’anno delle elezioni politiche, con l’annunciata discesa in campo del patron Angelo Antonio d’Agostino, intenzionato a conquistare un posto in Parlamento in coincidenza con la promozione diretta dell’Avellino e l’inizio dei lavori del nuovo stadio.