Coronavirus, Salvini in Senato: “Qualcuno fa ironia sui morti della mia Lombardia. Sulla regolarizzazione dei migranti…”

“Non mi stupisce che chi stamattina ha ironizzato sui morti della mia Lombardia continui a ridere in Aula” commenta Matteo Salvini in Senato, nella discussione dopo l’informativa del premier Guiseppe Conte. “A queste ironie rispondo con le parole del professor De Donno di Mantova: ‘Lasciateci lavorare in pace, smettetela con le polemiche’. Ascoltate lui che per primo in Italia ha adottato la cura col plasma”.

Nel corso del suo intervento a Palazzo Madama, il leader della Lega ha presentato il cosiddetto “modello svizzero“, già descritto in precedenza come un esempio di efficienza per quanto riguarda la distribuzione degli aiuti di Stato ai cittadini in difficoltà (affermazioni presto smentite dagli stessi media elvetici). “Ci sono milioni di italiani che aspettano ancora la cassa integrazione” ha dichiarato Salvini. “In Svizzera hanno già erogato 40 miliardi di franchi sui conti correnti delle aziende, hanno evaso 124 mila domande ed è bastato compilare un foglio. Non ci si può affidare al buon cuore delle banche. Non possiamo essere un Paese in ostaggio della Cgil. Le aziende vogliono solo lavoro, lavoro, lavoro”.

Anche al Senato, come poche ore prima alla Camera, è scoppiata una bagarre proprio durante il discorso del leader leghista. Immediato l’intervento della presidente Casellati: “Non mi piace mai che si protesti a senso unico. Abbiate rispetto reciproco. Siamo nel Parlamento, tutti hanno la possibilità di esprimere le proprie opinioni”. Lo stesso Salvini ha commentato l’interruzione, apostrofando una senatrice: “Non c’è nulla da ridere. Qui c’è gente che ride. Prima di ridere porti rispetto a chi sta a casa. Lei se ha tanto da ridere vada al bar per rispetto di chi a casa sta soffrendo. Se ha da ridere, vada a Villa Borghese per rispetto degli italiani”.

Salvini, come riporta “Notizie.it”, è poi tornato a criticare duramente la regolarizzazione dei migranti prevista dal Dl Rilancio e fortemente voluta da Teresa Bellanova, definendola “la più grande e pericolosa sanatoria di immigrati clandestini. I loro provvedimenti non c’entrano niente con le colf, i badanti e gli agricoltori. State usando il virus per la più grande sanatoria di immigrati clandestini degli ultimi anni. Proveremo a modificarli in Parlamento”.