Coronavirus Messina: protesta dei gestori indipendenti dei locali della città, consegneranno le chiavi delle attività al sindaco De Luca – il comunicato

“A seguito dell’iniziativa dei sottoscritti proponenti – scrivono Domenico Anna, Marco Di Mauro, Giovanni Imbesi –oltre duecento gestori di locali della Città di Messina, indipendenti da tutte le Associazioni di Categoria dei relativi settori, hanno deciso di aderire all’iniziativa del comparto HO.RE.CA. (bar, ristoranti, albergatori ecc..), che ha indetto una protesta contro il Governo colpevole di non avere tenuto conto della grave situazione nella quale si trovano tutti gli operatori di settori nevralgici per l’economia del Paese. Tale iniziativa, denominata Risorgiamo Italia, si articolerà in due giornate: il 28 aprile alle ore 21, i Sottoscritti gestori dei locali Messinesi, muniti di guanti e mascherine, raggiungeranno il proprio locale, accenderanno insegne e luci per 15 minuti. Il tutto verrà documentato attraverso video; il giorno successivo, il 29 aprile, i Sottoscritti gestori dei locali Messinesi, consegneranno al Sindaco, la chiave simbolica dei propri locali, affinché si faccia portavoce a livello nazionale. Saranno, infine, rescissi virtualmente i contratti d’affitto per causa di forza maggiore”. Per chiarire meglio l’obiettivo che ci prefiggiamo di raggiungere, strettoweb riporta il comunicato stampa del M.I.O. (Movimento Imprese Ospitalità) condiviso in toto da tutti gli aderenti l’iniziativa: “Le nostre state chiuse per decreto, i ricavi sono stati azzerati, siamo stati privati del nostro lavoro e delle libertà. Consapevoli del dramma sanitario che si stava abbattendo sull’intero paese, abbiamo accettato questi enormi sacrifici di buon grado. Oggi, con una sola voce, vogliamo manifestare in migliaia la delusione di chi è stato lasciato solo con le proprie spese, i dipendenti, gli impegni economici pregressi e le incertezze future. A fronte della nostra grande disponibilità -spiegano i gestori dei locali-, l’azione del governo fino ad oggi si è dimostrata tardiva ed insufficiente. Ci è stata premessa liquidità e non ci sono arrivate neanche le dovute garanzie. Quando si parla di fase due o fase tre, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70% dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 30/40% dei ricavi ed il 100% dei costi con ulteriori responsabilità penali a carico. Per i locali di pubblico spettacolo la data della riapertura non è nemmeno all’orizzonte. Questo è un gioco al massacro cui non vogliamo partecipare. Senza le dovute garanzie –concludono- non riapriremo!”.