Coronavirus, Mafia: ergastolano finisce ai domiciliari per motivi di salute. È il primo in Italia

Secondo quanto riportato da “BlogSicilia”, si registra il primo ergastolano in Italia, condannato per estorsione, associazione mafiosa ed omicidi, ad avere usufruito degli arresti domiciliari. Si tratta di Antonino Sudato, 35 anni, di Avola, detenuto nel carcere di Sulmona, difeso dall’avvocato Antonino Campisi, autore dell’istanza che è stata accolta dal magistrato di sorveglianza di L’Aquila, motivando la decisione “per l’incompatibilità del detenuto con la vita carceraria per motivi di salute e per il rischio di contagio da coronavirus, che in una persona con rilevanti patologie può seriamente aggravare il proprio stato di salute” fa sapere il suo difensore. “Molta soddisfazione – ha detto l’avvocato Antonino Campisi – per quanto statuito dal magistrato di sorveglianza di L’Aquila che, facendo propri i principi del diritto alla salute sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo, ha saputo rivestire quel ruolo principale a cui è proposto: la salvaguardia dei diritti del detenuto. E’ il primo caso in Italia. Oggi solo grazie alla Magistratura si riesce ad ottenere quei diritti che la politica non è in grado di tutelare e salvaguardare, facendo riforme atte ad accontentare solo quel ristretto elettorato di bandiera e non a garantire il Diritto alla vita di ogni cittadino, soprattutto, di quei cittadini che soffrono in carcere in uno stato di degrado igienico-sanitario e di abbandono”.