“Comicità rosanero – Che tifoso è…” Ernesto M. Ponte: «A casa mia si tifa solo Palermo. Zamparini, ogni tanto tienilo un giocatore!»

Prende il via questa sera una nuova rubrica targata Ilovepalermocalcio.com dal titolo “Comicità rosanero – Che tifoso è…”dove attraverso aneddoti, pareri e curiosità, ci faremo raccontare il Palermo di ieri e di oggi da artisti che hanno nel cuore i colori rosa e nero. Inauguriamo la nostra rubrica con Ernesto Maria Ponte, attore/comico che proviene dalla scuola di Gigi Proietti. Con lui abbiamo parlato del Palermo degli anni ’80, passando per aneddoti e ricordi, fino ad arrivare a quello di Iachini, tra consigli al tecnico e soprattutto al patron Zamparini:

Iniziamo con la domanda di rito: “Che tifoso è…” Ernesto Maria Ponte?

«Storico… però essenziale. Mi piace seguire le partite, magari leggere qualche notizia e commentarla, ma mi ritengo un moderato. Non amo farmi assillare da ciò che fa da contorno alle gare, ma durante quei 90 minuti seguo con concentrazione ed agonismo».

Quando hai iniziato ad andare allo stadio?

«Avevo circa otto anni, mio padre e mio fratello mi avevano già ben infarinato di rosanero sin da piccolissimo. Insomma provengo da una famiglia di grandi tifosi, in casa mia regna la “monogamia sportiva”».

Nel senso che?

«(ride, ndr) Mio padre tutt’ora a 80anni non vuole che in casa si tifi per altro. Solo il Palermo. C’è gente che tifa i rosa, ma poi simpatizza per Juve, Inter o Milan. A casa mia ci può essere grande antipatia per qualcuna di queste, di certo non simpatia…».

Ad esempio…

«Ovviamente la Juventus! Proprio non la tollero. Anzi a dirti la verità mezza simpatia ce l’ho avuta, volevo che l’anno scorso la Roma vincesse lo Scudetto».

Un Palermo che ti è rimasto nel cuore?

«Ho ricordi particolari. Io ho vissuto il Palermo degli anni ’70/’80 quando vedevamo la serie A col binocolo. Tuttavia la squadra che mi è rimasta nel cuore è quella che è arrivata in finale di Coppa Italia con la Juventus. Vi parlo del mitico Chimenti, che ultimamente ho avuto modo di incontrare nella gara organizzata da Ficarra e Picone. Poi ovviamente ricordo con piacere i “Picciotti” di Arcoleo. Ovviamente, visto l’assenza di Sky e la mia permanenza a Roma per studiare alla scuola di Proietti, non ho vissuto tutte le vicissitudini benissimo ma il rosanero è sempre rimasto nel cuore».

Una partita indelebile?

«Sarebbe banale dire la partita del ritorno in serie A. La partita che proprio ricordo benissimo risale sempre a quei famosi anni ’80, Palermo-Verona 1-0. Vittoria sugli scaligeri che erano in testa alla classifica di B e poi centrarono la promozione, ma noi riuscimmo a batterli. Avevo circa 12 anni ma me la ricordo alla perfezione perché alla vecchia “Favorita”, senza anello superiore, eravamo tutti ammassati e pur di trovare spazio eravamo costretti a stare a braccia conserte. Poi ricordo altri match, soprattutto per alcuni aneddoti divertenti…».

Raccontaci

«Palermo-Lecce 3-4. Vincevamo 3-0, poi il Lecce riuscì a fare quattro reti. Ricordo che in curva c’erano anche dei tifosi leccesi e durante il 3-0 un tifoso rosanero si rivolse ai tifosi ospiti urlando: “Itivi a biriri i monumenti” tra le risate generali. Sul 3-4 però un altro tifoso si rivolge al primo gridandogli: “E menumali ca si vittiru a paittita” (ride di gusto, ndr). Sono situazioni che proprio non si possono dimenticare».

C’è invece un match che non avresti mai voluto vivere?

«Tremendo, sconfitta in casa con la Battipagliese, match osceno. Come si può perdere con la Battipagliese? Con tutto il rispetto per la città di Battipaglia, ma la partita fu davvero brutta e quell’anno se non sbaglio rischiavamo di finire in C2. Da dimenticare (ripete a bassa voce quasi a dirlo a sé stesso, ndr)».

Oggi come vedi il Palermo di Iachini?

«Abbiamo avuto molta fortuna nelle prime giornate: col Genoa gol al fotofinish, con l’Udinese sofferenza totale. C’è stata sfortuna col Torino, però alla successiva con la Roma non giochi. A Vazquez manca Dybala, Gilardino deve fare di più ma per me non è un problema di allenatore. Lui fa quello che può con quello che ha. Poi ci sono alcuni che non rendono come l’anno scorso, vedi Lazaar, Gonzalez o lo stesso “Mudo”. Magari sono stati disturbati dai rumors di mercato, ma ora siamo un po’ messi male. In attacco c’era Dybala, oggi c’è Storiski, Trakiski… Com’è che si chiama? (ride, ndr)».

Trajkovski

«Eh! Lui come l’altro giovane infortunato non possono garantire un campionato intero. L’unica cosa che rimprovero a Iachini è il poco impiego di Maresca. ‘sto punto, perso per perso, un “vecchietto” in mezzo al campo lo metterei».

Maresca soluzione alla crisi del Palermo dunque?

«Sì, potrebbe anche esserlo. Devo dire che spero molto nel rientro di Morganella. Con Gilardino, giocatore d’area di razza, servono gli esterni al top della forma ed ispirati a fare assist. Confido tanto nel rientro dello svizzero, può essere un ottimo “nuovo” acquisto».

Ironizziamo… C’è qualcuno dei giocatori rosanero che fa “ridere”?

«In effetti è un po’ divertente El Kaoutari, che ogni tanto qualche “paperella” la fa. Mi dispiace anche vedere la “boa Gilardino” ferma in area di rigore. Bisogna dargli spazio e mettergli al fianco le persone giusta. Ma che facciano ridere è un po’ esagerato (ride, ndr)».

Chi invece ti fa (sor)ridere?

«Mah, forse lo stesso Gilardino. Contro la Roma ha fatto un gran gol da centravanti puro. Tuttavia mi mancano tanto i giocatori “cazzuti” in mediana, tipo il Barreto dei tempi migliori».

Zamparini per i tifosi è croce e delizia…

«Da un lato io sono un po’ come tutti, devoto a chi ci ha portato in serie A. Dall’altra penso che da quel passo importante non c’è stato più nulla. Mi spiace che si sia fermato li…».

Il patron friulano avrebbe dovuto…

«Essere meno “centro commerciale”. Vorrei dire a Zamparini “Ogni tanto qualcuno lascialo!”. Per esempio se noi riuscissimo a creare un Higuain o un Messi, teniamocelo per qualche anno. I vari Pastore e Dybala appena esplosi sono stati mandati via. C’è da dire che la carriera dei calciatori è troppo legata a quella dei procuratori, i quali fanno di tutto per monetizzare. Nell’era di Delio Rossi c’era una grande squadra, poi ahimè smantellata. Palermo come “utenza” non ha nulla da invidiare a Torino, Napoli o simili. Perché loro possono sempre lottare per le zone alte e noi no? Questo mi fa intristire…».

Vorresti dire qualcosa ai tifosi, oggi depressi, del Palermo?

«Il mio invito è sempre quello di seguire la squadra. Insomma, alla fine ci dobbiamo accontentare. Perché la domanda più frequente è: “Dopo Zamparini chi c’è?”. Non immagino un altro presidente dopo di lui, quindi forse è meglio bazzicare in questa categoria accollandoci queste dinamiche. Dico sempre che una partita è sempre come uno spettacolo, se piace piace, se non piace i fischi ci stanno».

A proposito di spettacoli, dove sarà possibile vederti nelle prossime settimane?

«Ecco, ai tifosi palermitani voglio dire anche “Calma e sangue Freud” (ride, ndr). E’ il titolo del mio prossimo spettacolo che andrà in scena da novembre. Dopo un’ottima tournee estiva e aver prodotto il tour de “i soldi spicci”, chi vorrà venire a vedermi potrà assistere tra un mese circa a questo nuovo monologo dove ci sarà sicuramente da ridere. Ovviamente forza Palermo!».