Champions League 2020/2021, ufficiale il mini-torneo finale a Lisbona: il comunicato della UEFA

L’edizione 2019/2020 della Champions League attende ancora che venga decretato il suo vincitore e, in attesa che la competizione riprenda ad agosto, la UEFA ha confermato, sul proprio sito ufficiale, le sedi delle gare di ritorno degli ottavi di finale ancora da disputare. La Juventus ospiterà il Lione a Torino, mentre il Napoli scenderà in campo in terra catalana al Camp Nou di Barcellona.

Ecco il comunicato ufficiale riportato nella sua interezza:

“Il Comitato Esecutivo UEFA ha deciso che le restanti gare di ritorno degli ottavi di finale di UEFA Champions League di questa stagione si potranno giocare negli stadi delle squadre di casa.  La UEFA Champions League 2019/20 è ferma da mercoledì 11 marzo a causa del virus COVID-19. Il 17 giugno è stato annunciato che quarti di finale, semifinali e finale di questa stagione si giocheranno con un torneo a eliminazione diretta a Lisbona, Portogallo, in agosto. Tutte le sfide saranno su gara unica e verranno divise tra l’Estádio do Sport Lisboa e Benfica del Benfica (che ospiterà la finale) e l’Estádio José Alvalade dello Sporting CP. Restava ancora aperta la questione sulla sede delle gare di ritorno degli ottavi di finale ancora mancanti: stadi delle squadre di casa o Portogallo. Dopo la riunione straordinaria del Comitato Esecutivo UEFA di giovedì, è stato deciso che le gare si giocheranno a porte chiuse a Torino, Manchester, Monaco e Barcellona. Metà degli ottavi sono già terminati: Paris, Atlético, Lipsia e Atalanta hanno già staccato il biglietto per i quarti di finale.

A porte chiuse

Le partite si disputeranno a porte chiuse fino ad ulteriore comunicazione. Numerosi elementi sono stati presi in considerazione dalla UEFA nel prendere questa decisione, come la tutela della salute di tutte le persone coinvolte dalle partite e del pubblico in generale, la responsabilità di far disputare gli incontri in un contesto il più sicuro possibile per garantire il prosieguo della competizione e la volontà di garantire l’equità sportiva in un contesto variegato (alcuni paesi hanno consentito l’accesso del pubblico negli stadi, mentre altri no)”.