Calcio in Italia: svolta scommesse, sì a sponsorizzazioni e pubblicità

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla svolta scommesse in Italia.

Scommesse. Anzi, «diritto alla scommessa». Per un calcio che cerca nuove risorse, è un’espressione chiave. Se n’era avuta conferma già lunedì, durante la mezz’ora di incontro al Coni fra Andrea Abodi e il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. Ieri, c’è stato però un ulteriore passo avanti perché il ministro dello Sport ha parlato di «diritto alla scommessa a vantaggio degli organizzatori degli eventi sportivi» proponendosi di fare entrare l’argomento nel «pacchetto competitività». Insomma, non un’opzione generica all’insegna del quando si potrà, ma un obiettivo a distanza ravvicinata.

Il contenitore Di fatto, il «tavolo istituzionale» di cui Abodi aveva parlato un mese fa, si è aperto. E dall’ordine del giorno si è passati a una lista di obiettivi, peraltro quasi del tutto condivisi con Federcalcio e Lega. Così il ministro ha esplicitato ieri la tabella di marcia: inserire fra legge di Bilancio (che deve essere approvata entro la fine dell’anno) e conversione in legge del decreto «aiuti quater» (entro il 18 gennaio 2023) la possibilità di cedere i diritti tv anche in Italia con contratti (ma non per quelli già in corso) quinquennali e non solo triennali, una mossa che per club e Lega è ritenuta strategica per attrarre un maggiore interesse dei broadcaster, e le norme per contrastare con più efficacia la pirateria digitale, «un fenomeno criminale che sottrae rilevanti risorse finanziarie utili alla serie A e attraverso la mutualità, al resto del sistema calcistico». Sul resto, la strada è meno segnata e semplice, ma il tentativo è quello di sancire il «diritto alla scommessa», sostanzialmente un prelievo sulla raccolta, in tempi brevi.

Betting Nel pressing del ministro dello Sport c’è anche il superamento del divieto di sponsorizzazioni per le aziende di betting per contrastare la ludopatia. Quel decreto è costato al calcio, stima della Lega di A, circa 100 milioni a stagione. La sottosegretaria Valentina Vezzali aveva provato a riunire attorno a un tavolo i vari attori della vicenda, dalle associazioni per il contrasto alle «malattie» da gioco alle istituzioni sportive. Ma la discussione non era riuscita a diventare compromesso. Ora si sta cercando di disegnare un confine fra «azzardo» e «abilità».