Brandaleone: “Vilardo e quelle partite raccontate (quasi) in tempo reale”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta l’editoriale del giornalista Carlo Brandaleone. Ecco quanto riportato: “In questi giorni il Guerin Sportivo ha compiuto 108 anni di vita. Il Guerino, per i meno giovani, è il giornale del calcio per eccellenza, una rivista patinata che ha puntato da sempre su firme di qualità, sui campionati stranieri e su splendide foto. Diciamo che al tempo di internet la notizia che un giornale come il Guerino possa esistere ancora ha qualcosa di straordinario. Eppure fino a pochi anni fa le notizie sportive viaggiavano anzitutto sulla carta stampata, la Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport erano i quotidiani più venduti in Italia con tirature in occasione dei successi dell’Italia ai Mondiali vicine al milione di copie. Oggi è tutto cambiato.

Palermo non ha una grande tradizione di giornali calcistici. Solo piccole iniziative (la migliore il Palermogol del compianto Totò Taormina), che non hanno avuto lunga vita. Però a metà degli anni Sessanta e per oltre un decennio ci fu chi con straordinario intuito riuscì a informare i tifosi quasi in tempo reale sulle partite dei rosanero, anche quelle in trasferta, nonostante le difficoltà di comunicazione dei tempi. Fu Totò Vilardo, ex segretario, general manager insomma, grande «mente» del Palermo, che anticipando i tempi creò Lampo Sport. Il giornale, che usciva subito dopo ogni partita dei rosa, si chiamò inizialmente così, poi fu costretto a cambiare nome in Palermo Sport perché la testata era stata già registrata altrove. Non c’erano riprese televisive, nessuna radio trasmetteva la partita, ma Palermo Sport riusciva a raccontare la gara del Palermo già dieci minuti dopo il fischio finale. Considerati i tempi di produzione di un giornale sembrava una cosa miracolosa.

Ma Vilardo, che era un furbo di tre cotte (e lo aveva abbondantemente dimostrato alla guida del club rosanero) aveva trovato il modo di far sembrare vero quello che vero non era. Giuseppe Siragusa, che seguiva a quei tempi la squadra rosanero per il L’Ora e poi per il Giornale di Sicilia prima di ogni partita scriveva tre lunghi articoli che occupavano tutta la prima pagina e seguivano all’interno. Un articolo da utilizzare in caso di vittoria, uno per il pareggio e uno in caso di sconfitta. Lasciando in sospeso solo le prime tre righe. Era, ed è, talmente bravo che riusciva a raccontare partite solo immaginate senza che il lettore ne avesse la percezione. A fine gara dettava telefonicamente a Nino Troina (factotum di Vilardo) tre righe in cui sintetizzava il risultato e i marcatori, direttamente in tipografia (Pezzino o Priulla); in non più di cinque minuti il giornale era stampato e uno sciame di di strilloni invadeva la città. Li trovavi al Politeama, al Massimo, alla stazione ferroviaria, davanti a tutti i cinema, insomma quando le squadre erano appena rientrate negli spogliatoi Palermo Sport era già per strada con la cronaca di una partita del tutto fantasiosa tranne il risultato. Se la squadra rosanero aveva vinto l’urlo degli strilloni era «La vittoria del Palermo», in caso di pareggio o sconfitta semplicemente «La partita del Palermo».

Il giornale andava regolarmente tutto esaurito, anche per leggere l’ultima pagina, in cui Totò Vilardo nella sua rubrica «Orticaria rosanero» prendeva regolarmente per i fondelli i dirigenti del Palermo, con i quali evidentemente non si era lasciato benissimo. Ma chi meglio di lui, che aveva ordito le operazioni più avventurose e spregiudicate della storia del Palermo, rimediando anche una squalifica a vita per avere tentato di corrompere l’arbitro Concello Lo Bello, poteva conoscere i segreti più inconfessabili del club rosanero?