Brandaleone: “La dolce vita degli ultrà a Praga e il rientro all’alba da Cipro. Quanti retroscena sulle trasferte in europa del Palermo…”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta l’editoriale del giornalista Carlo Brandaleone: “Secondo molti medici la partita di Champions League tra Atalanta e Valencia del 19 febbraio è stata una «bomba» biologica, che ha propagato il Coronavirus tra i tifosi bergamaschi ed ha infettato molti tifosi spagnoli accorsi a Bergamo. Non ci sono prove ma è molto probabile. Quello che è invece certo è che le trasferte europee per ogni tifoso hanno un sapore speciale, quasi irrinunciabile. I fans rosanero lo hanno scoperto nell’era Zamparini, quando per cinque volte il Palermo ha partecipato alla Coppa Uefa portando in giro per l’Europa i propri fans. Memorabili le emozioni del 14 settembre 2006, quando i rosa vinsero ad Upton Park in casa del West Ham, uno degli stadi più suggestivi dell’intera Inghilterra (gol di Caracciolo). Commovente la vittoria del 19 ottobre dello stesso anno, quando il Palermo vinse a Francoforte (2-1 con reti di Zaccardo e Brienza) regalando momenti di felicità non solo ai fans giunti dalla Sicilia ma soprattutto a migliaia di emigrati che vissero una serata di riscatto grazie ai calciatori rosanero.

Ma le trasferte del Palermo in Europa sono state anche segnate da episodi diciamo pure particolari, in parte fortuiti, in parte attribuibili alla natura stessa dell’ultrà rosanero. Nella prima trasferta a Praga (ce ne furono altre due), quella del 16 febbraio 2006 contro lo Slavia, molti rosanero invasero piazza San Venceslao, il cuore della vita notturna praghese. Sede anche della principale discoteca cittadina. In quella discoteca, come è costume in molti paesi dell’Est, era anche possibile appartarsi con le bionde, alte e belle ragazze locali che aspettano i turisti a braccia aperte. Così, si formò presto una lunga coda di giovani palermitani in attesa di consumare la loro avventura praghese in un box adiacente alla discoteca. Scene d’altri tempi dal vago sapore felliniano. L’atmosfera in quella discoteca presto di scaldò, un paio di palermitani dimenticarono di pagare una bottiglia di Whisky, furono malmenati dalla sicurezza del locale e fermati dalla polizia. Il più romantico s’innamorò di una giovane conosciuta in occasione della partita e tornò a casa dopo qualche mese.

Se a Praga per molti fu uno spasso, se la passarono male quei fans che avevano seguito i rosa il 24 novembre del 2005 a Barcellona. Il vecchio stadio dell’Espanyol era sulla collina del Montjuic, esposta al vento e al freddo. E quella era appunto una serata gelida. A fine gara (0-0) senza alcun riguardo per donne e bambini la polizia locale per incomprensibili motivi di sicurezza costrinse i fans del Palermo, almeno mille, a camminare per oltre un chilometro con temperature «polari» per raggiungere i propri pullman e le stazioni dei taxi. Per molti fu una camminata indimenticabile.

Ma che le trasferte in Coppa Uefa avrebbero riservato sorprese il Palermo e i suoi fans lo avevano già scoperto il 15 settembre sempre del 2005, nel primo vero test europeo a Cipro. Il Palermo a quei tempi usava noleggiare un grande aereo, che in parte riempiva con calciatori, tecnici e dirigenti. I restanti posti li vendeva ai giornalisti e a qualche tifoso di riguardo. Cipro non è proprio sulle principali rotte aeree europee, dunque gli unici fans che seguirono la squadra noleggiarono anch’essi un volo privato, che riuscirono però a riempire solo a metà. Fu la nostra fortuna. Perché dopo la gara, sulla pista dell’aeroporto di Larnaca (la città dove giocava l’Anorthosis di Famagosta dopo l’invasione turca) l’aereo del Palermo non riuscì a partire. O meglio accusò un’avaria. Panico alle due di notte. L’unico modo per rientrare in Italia era chiedere un «passaggio» ai tifosi, che avevano appunto l’aereo mezzo vuoto. E così fu; dopo una breve trattativa calciatori, tecnici e giornalisti traslocarono sull’altro aereo che era già in pista per il decollo, tra gli applausi dei fans. Non fu un trasloco facile soprattutto per la quantità di bagagli della squadra rosanero e si arrivò a Punta Raisi all’alba. I più maliziosi pensarono che poiché l’aereo noleggiato dal Palermo era della Wind Jet si fosse trattato di un boicottaggio del presidente del Catania, Nino Pulvirenti, proprietario della compagnia aerea. Il Palermo ovviamente non ebbe alcun dubbio, tanto che un anno dopo noleggiò lo stesso aereo per la trasferta di Londra, dove – come abbiamo detto – andò tutto bene”.