Bakayoko: «Non mi è piaciuto cosa ha detto Gattuso. L’addio al Chelsea…»

Il centrocampista del Milan Timouè Bakayoko, intervistato dal portale francese “BroStories”, ha parlato del suo approdo in rossonero. Queste le sue dichiarazioni: «Chelsea? Ho sentito che il club non mi voleva più. Certamente, ero dispiaciuto. Sono stato per un anno, non è andato come avevo previsto. È stata una decisione semplice e difficile allo stesso tempo da prendere perché il Chelsea è il Chelsea e non penso di aver mostrato le mie capacità, quindi è spiacevole. È stata una decisione facile invece perché non penso che il mister contasse su di me e il Milan è difficile da rifiutare. Passaggio al Milan? È stato tutto veloce, ho iniziato e non ero felice ma non ero neanche triste per non giocare e non essere schierato dal mister. È successo tutto velocemente dal momento in cui ho capito con certezza che il Milan mi voleva. Sono arrivato al Milan e ho incontrato Maldini, una leggenda. È stato speciale essere davanti a lui. Camminare nell’ufficio e vedere i trofei. Conoscere il Milan e viverlo tutti i giorni sono cose differenti, capisci che non è un club qualsiasi, capisci di essere in una squadra vincente, con una bacheca piena di trofei. La prima settimana non è andata molto bene. Tutti mi hanno accolto bene, le condizioni erano perfette per esprimersi al meglio. Qualche volta pensi che l’adattamento sta andando bene e veloce e che sei in grado di dare il massimo ma non va così sfortunatamente e i tifosi non erano gentili nei miei confronti. Gattuso? Non mi piace cosa ha detto. Non voglio ripeterlo ma sono state parole dure, soprattutto dopo aver giocato solamente venti minuti nella mia prima partita. Non mi è piaciuto che è stato duro subito e gliel’ho detto. Ora va meglio. Conosciamo il suo carattere, Gattuso è un allenatore e uomo combattente. Ha voluto trasmettermi lo spirito che probabilmente io non avevo. Lo spirito da combattente io l’ho costruito qua. Lui è come una figura paterna. Il nostro rapporto è il massimo. Parliamo di tutto. È bello avere un rapporto di questo tipo con l’allenatore».