Accuse di «fatiscenza», l’Ance: “Serve il Pnrr”. «Barbera», scoppia la polemica. Il club: “Organizzazione adeguata”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla vicenda di ieri riguardante le critiche nei confronti del Renzo Barbera con annessa replica del Palermo.

Il Palermo va in tackle per difendere il «Barbera». L’impianto, accusato di fatiscenza sulla stampa nazionale (più precisamente sul Corriere della Sera) dopo il play-off di qualificazione al Mondiale tra Italia e Macedonia del Nord, viene difeso dal club tramite un comunicato che evidenzia come l’organizzazione sia stata all’altezza dell’evento: «Ferma restando la fotografia oggettiva di un impianto che per oltre 30 anni ha goduto di poche o nessuna reale opera di rinnovamento strutturale, portando con sé gli inevitabili segni del tempo, l’articolo, più o meno consapevolmente, tace di contro la verità di uno stadio che – grazie al lavoro dell’intera macchina organizzativa – ha affrontato a testa alta la sfida di un tutto esaurito adeguato all’importanza del match».

Il club ha inoltre annunciato che l’azienda incaricata della gestione dei punti ristoro allo stadio adirà le vie legali, a seguito delle ricostruzioni effettuate nel suddetto articolo in merito a presunti incassi «in nero», «ipotesi già sconfessata – si legge nel comunicato – dalla stessa Guardia di Finanza che durante la partita ha effettuato tutte le verifiche del caso everbalizzato la correttezza di tutte le operazioni». Anche l’Ance Palermo, per bocca del presidente Massimiliano Miconi, si è espressa in merito, chiedendo di poter considerare l’inserimento dello stadio «tra i progetti del Pnrr». La stessa Ance, inoltre, ritiene «che sarebbe importante, finalmente, aprire ai privati la possibilità di un project financing su un nuovo stadio».

Un’apertura, da parte dell’associazione dei costruttori edili, rispetto a quanto comunicato nel 2009 dopo la presentazione del progetto per un nuovo stadio da parte dell’Us Città di Palermo di Zamparini: «Nessuna corsia preferenziale – dichiarava l’allora presidente Di Giovanna -. Lo stadio che sorgerebbe al posto dell’attuale velodromo sarebbe infatti di proprietà privata. È impensabile che si possano ipotizzare dei canali preferenziali nel rilascio delle concessioni edilizie. Sarebbe come tornare ai tempi del sacco di Palermo».

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