Il modulo è uno dei segreti del Palermo che ha chiuso il 2025 nel migliore dei modi, conquistando contro il Padova la quarta vittoria nelle ultime cinque gare. Come analizza Antonio La Rosa sul Corriere dello Sport, il 3-4-2-1 sul quale Inzaghi lavora fin dal ritiro estivo ha finalmente trovato continuità e rendimento, diventando la base dell’identità rosanero.

Forma e sostanza. Il merito è dell’allenatore, capace di individuare la formula giusta, ma anche dei giocatori, bravi a interpretare lo schema con le giuste distanze e una corretta occupazione degli spazi. Secondo Antonio La Rosa sulle colonne del Corriere dello Sport, il sistema è leggibile anche come un 3-5-2, a seconda dei movimenti di Palumbo e Segre, spesso chiamati a fare da raccordo tra centrocampo e trequarti. Continuità tattica sì, ma senza rigidità: il Palermo sa adattarsi restando fedele al proprio copione.

Tra le chiavi vincenti spicca la duttilità di diversi elementi. Il viaggio tra i punti di forza dei rosanero passa dall’eclettismo di Pierozzi, autore fin qui di 4 gol e 4 assist, impiegato sia come esterno destro a tutta fascia sia, all’occorrenza, come braccetto nella difesa a tre. Come sottolinea ancora Antonio La Rosa sul Corriere dello Sport, anche Peda, Veroli e Gyasi ampliano il ventaglio di soluzioni: giocatori capaci di ricoprire più ruoli senza snaturare l’identità del collettivo.

In questo contesto si inserisce anche il contributo di Ranocchia e Palumbo, profili in grado di alzare il tasso tecnico della squadra. Ranocchia ha dimostrato di poter guidare la manovra sia da regista in un centrocampo a due sia da mezzala in una linea a tre. Palumbo, miglior uomo-assist del Palermo con cinque passaggi vincenti, rappresenta la vera chiave tattica di Inzaghi. Il suo dinamismo rende il Palermo imprevedibile e difficile da leggere, come evidenzia Antonio La Rosa sul Corriere dello Sport.

Non va infine sottovalutato l’aspetto psicologico. Anche chi ha avuto meno spazio – Brunori su tutti – è rimasto sempre dentro il progetto. Tutti i giocatori di movimento hanno avuto almeno un’opportunità e hanno risposto presente, dimostrando unità di intenti e consapevolezza degli obiettivi. Un gruppo che sa dove vuole arrivare e che ha chiuso il 2025 con certezze tecniche e mentali.