Giletti racconta il Palermo di Inzaghi: «Indossare la maglia rosanero non è da tutti»
«Quando un uomo riflette sembra un mendicante. Quando sogna si avvicina a Dio». Con questa frase di Friedrich Hölderlin si apre il reportage firmato da Massimo Giletti per Tuttosport. Il noto giornalista e conduttore televisivo descrive una Palermo che, «dalla Vucciria alla Kalsa, sogna che i colori rosanero possano tornare dove li colloca una storia antica: la Serie A».
Secondo Giletti, è proprio per inseguire questo traguardo che la città si affida a Pippo Inzaghi, «un uomo nato per segnare» e capace di avere «un rapporto privilegiato con la parola successo». Il pubblico, racconta il giornalista, ha già dato un assaggio della sua passione nella notte contro il Manchester City, «una vera notte da Champions» che ha colpito anche Pep Guardiola: «Era la prima volta che venivo qui e vedere uno stadio pieno un’ora prima della partita è stato fantastico: un calore mai visto».
Giletti, che conosce Inzaghi dai tempi dell’Atalanta, lo osserva oggi guidare il Palermo «come un direttore d’orchestra in mezzo ai suoi orchestrali», fermando il gioco quando l’intensità non è quella giusta o un movimento non rispetta le indicazioni. A bordo campo, annota Tuttosport, ci sono anche il direttore sportivo Carlo Osti e l’amministratore delegato Giovanni Gardini, consapevoli che «sono i dettagli a fare la differenza».
E proprio Inzaghi, sottolinea Giletti, ha una convinzione chiara: «Indossare la maglia del Palermo non è da tutti». Per il tecnico, la sfida è trasmettere a ogni giocatore «l’orgoglio di far parte della storia grandiosa della città» e spingerli a scrivere una nuova pagina, con la speranza che la storica foto di Enzo Sellerio del 1961, simbolo della promozione in Serie A, possa tornare a colorarsi con una festa attesa da troppo tempo.
