Una telefonata allunga la vita, dopo la squalifica torna Calaiò: «Obiettivo 200 gol. Il Palermo…»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista a Emanuele Calaiò, attaccante del Parma, squalificato per 6 mesi dopo le vicende relative alla partita tra Spezia e Parma dello scorso campionato di Serie B. Ecco quanto riportato: “Una telefonata ti allunga la vita, ma un messaggio inopportuno ti può costare sei mesi di squalifica. Emanuele Calaiò l’ha capito sulla sua pelle, dopo la vicenda seguita a Spezia-Parma. […] E’ ancora in forza al Parma, dal primo gennaio può tornare in campo. E mezza Serie B si è interessata a lui. Che effetto fa essere un uomo mercato a 37 anni e dopo 6 mesi di squalifica? «Vuol dire che qualcosa di buono è stato fatto… Capisco le società che vogliono puntare sui giovani, ma se hai fame e voglia l’età, in B, non conta». Sono arrivate tante proposte, ma non ha trovato un accordo: perché? «La mia ambizione è quella di vincere, ci sono abituato e lo voglio fare ancora. Cerco una piazza che mi faccia sentire importante per fare bene un anno e mezzo e arrivare a 200 gol». Come ha trascorso questi sei mesi? «Mi sono sempre allenato a Parma e nei weekend tornavo a casa a Napoli. Non riuscivo a vedere le partite dal vivo. Sono stato etichettato come un criminale. Ma ho imparato tante cose e l’esperienza mi ha rafforzato». Guardava le partite in tv e… «…E pensavo che Calaiò è vivo e forte, pronto a combattere. Ho tatuato sul braccio i 6 campionati vinti, c’è ancora posto. Guardavo i gol di Pellissier e pensavo che se sei sempre stato professionista puoi fare la differenza ovunque». Il Parma come l’ha trattata? «Sono stati dei signori. Città e società sono il top, c’è tutto per fare bene, ma guai dimenticare che tre anni fa la squadra era in D: nulla deve essere scontato». Lei ha fatto due volte dalla C alla A:col Napoli e col Parma. «Due grandi piazze molto esigenti, anche se diverse, ognuna con le sue pressioni e l’obbligo di vincere. Emozioni uguali». Oggi in testa alla B c’è il Palermo, la squadra della sua città. «Penso che abbia qualcosa in più rispetto alle altre, come rosa». Altre favorite per la A? «Il livello si è abbassato, c’è più equilibrio: può salire chiunque. Ma è così anche in Serie A: a parte la Juve, puoi giocartela con tutti. Qualche anno fa le partite impossibili erano di più»”.