Ultim’ora: Vertice Cts, gli esperti a Conte: “Inasprire le misure usando le regole delle zone rosse o arancioni”

Il governo deve fare provvedimenti “finalizzati all’inasprimento delle misure” utilizzando le misure previste per le zone rosse e arancioni. È quanto raccomanda il Cts alla fine di una riunione fiume, nella quale le varie anime del Comitato tecnico scientifico hanno impiegato un po’ di tempo per arrivare a un documento condiviso.

Sono tre i punti fondamentali inviati, dopo l’introduzione in cui si spiega la situazione anche partendo da quanto detto nel monitoraggio della Cabina di regia. Il primo riguarda il potenziamento dei meccanismi di controllo per garantire le norme in vigore. I tecnici in premessa parlano di coinvolgimento “massivo” delle forze dell’ordine. Il secondo segnala che le misure devono evitare l’aggregazione incontrollata delle persone sia nei luoghi aperti al pubblico che a domicilio. Infine si dice che la zona gialla, nella quale saranno praticamente tutte le Regioni da sabato 20, non basta, visto che si chiedono misure più dure scelte tra quelle indicate dall’articolo 3 Dpcm del 3 dicembre scorso. Il senso è che devono essere adottate le previsioni pensate per le zone rosse oppure arancioni. I tempi deve deciderli ovviamente il governo.

Il Cts, scrivono gli esperti, “valuta con molta preoccupazione il riscontro di grandi aggregazioni tra persone osservate in diverse aree del Paese, soprattutto nei centri storici e nelle aree metropolitane, nonché la difficoltà di contenimento/prevenzione delle aggregazioni medesime”. Secondo gli i tecnici le misure di mitigazione devono interrompere le situazioni che mettono a rischio rispetto al “distanziamento interpersonale e all’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale in ogni occasione in cui gli stessi siano prescritti”. Poi vengono ricordati i risultati del monitoraggio della Cabina di regia, che da una parte accerta un miglioramento dei dati sulla circolazione del virus, dall’altro però sottolinea come in molte Regioni ci sia ancora una occupazione di letti di terapia intensiva e internistici sopra la soglia di guardia. E’ importante che l’epidemia continui a ritirarsi. “Questo ancor più nella consapevolezza delle specificità del periodo cui si va incontro, dei rischi specifici relativi alla mobilità ed alla aggregazione nei contesti familiari e sociali, oltre alla preoccupazione che aggregazioni non controllate di persone possano ripercuotersi negativamente sul consolidamento del controllo del contagio che, ad oggi, registra un indice Rt nazionale inferiore a 1 e che necessita di azioni di grande prudenza in occasione del periodo delle festività natalizie”. Mobilità e aggregazioni in “contesti conviviali e sociali propri di quel periodo” sia nelle case che nei luoghi pubblici sono occasioni di contagio di rilievo.

Poi arrivano i tre punti conclusivi già riferiti. Il terzo è quello fondamentale. Bisogna inasprire le misure prendendo in considerazione il Dpcm del 3 dicembre, quello delle zone. Si sottolinea “l’opportunità di una modulazione in ordine alla tempistica ed alla durata dei provvedimenti che andranno ad essere implementati, alla tipologia di restrizioni specifiche previste, nonché alla dimensione spaziale e territoriale di applicazione, anche con riguardo– nell’adozione delle misure – alle specificità del rischio del periodo natalizio sopra illustrate”.

La riunione è stata molto lunga e due anime del Cts si sono confrontate. C’era chi voleva un chiaro riferimento alle regole delle zone rosse, come il commissario straordinario dell’emergenza Domenico Arcuri, e chi invece, come Franco Locatelli dell’Istituto superiore di sanità, voleva dare indicazioni più “aperte”, senza riferimenti specifici ai provvedimenti da prendere. Se ne è usciti con quell’ultimo passaggio, nel quale si invita ad utilizzare le restrizioni previste dal Dpcm e quindi, visto che bisogna inasprire le misure delle zone gialle, le previsioni indicate per le zone rosse e per le arancioni. Queste ultime differiscono da quelle delle zone gialle per due punti: prevedono la chiusura dei bar e dei ristoranti e obbligano i cittadini a restare nel loro Comune. Quindi questo è il minimo suggerito dal Cts ma il Governo dovrà valutare soprattutto i provvedimenti indicati per le zone rosse.