TuttoSport: “Will Still ha stappato Reims. Dai giochi sul pc alla panchina. Il club gode e paga ogni multa”

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma su Will Stil.

Ha un nome e un cognome britannici, e un quasi omonimo (William) che nel diciannovesimo secolo si è battuto per i diritti umani negli Stati Uniti d’America con il nobilissimo obiettivo di abolire la schiavitù. Will Still, nato in Belgio da genitori inglesi, sta provando, nel suo piccolo, a effettuare la sua di rivoluzione. Sia sul fronte tattico sia su quello umano. Più giovane allenatore di tutta la Ligue 1, persino meno anziano del crack brasiliano Neymar Júnior, il belga dagli inconfondibili capelli rossi degni di Tintin sta scrivendo la favola più bella del calcio transalpino attuale. E lo sta facendo da emigrato belga, una nazionalità da sempre oggetto di burla da parte dei francesi, nonché senza aver conseguito il patentino di allenatore.

La colpa di tutto risiede nell’adrenalinica passione che è capace di generare un gioco come Football Manager, la cui edizione del 2001 rapì il cuore e le emozioni del giovane Will, che a nove anni d’età diede l’impulso virtuale a una carriera oggi solidamente in carne e ossa. Da adolescente, il belga iniziò ad alternare la sua attività da allenatore al pc con quella di calciatore, ma il talento non fu sufficiente per permettergli di guadagnarsi il pane da mediano difensivo.

Un po’ più El Loco Bielsa, consapevole dei suoi limiti tecnici, e meno Julian Nagelsmann, bloccato da un grave infortunio, Still decise di concentrarsi sulla preparazione e all’età di 1 7 anni attraversò la Manica per cercare fortuna nella terra dei suoi genitori. Il primo passo fu quello di riuscire a coniugare lo studio di marketing sportivo e analisi di video con la gestione della squadra under 14 del Myerscough College di Preston, dove poi avrebbe concluso il cursus honorum diventando assistente dell’allenatore della prima squadra del Preston North End, storico primo campione d’Inghilterra nel 1889.