Tuttosport: “La rinascita del Catania grazie al Palermo. Grella: «Si, tutto iniziato quando il City Group ha preso il club rosanero»”

L’edizione odierna di Tuttosport riporta una lunga intervista a Vincenzo Grella, uomo di fiducia di Pelligra, il quale ha parlato del Catania e del Palermo.

«Potrei staccare domani stesso un assegno da 100 milioni per portare il club in A, ma non è la via che vogliamo intraprendere. Vogliamo sposare un modello sostenibile». Così Rosario Pelligra, presidente del Catania poco dopo il ritorno in C. Una cavalcata fatta di vittorie ed entusiasmo: la media in casa è stata di 14.379 spettatori, mentre in trasferta i settori dei tifosi rossoazzurri erano sempre colmi. Facile, tra potenziale della proprietà e bacino di utenza, tracciare un parallelo con il Parma che ritornò tra le grandi nel giro di tre stagioni. Un giochetto in cui non cade Vincenzo Grella, australiano di origini italiane che proprio a Parma giocò, in una esperienza fatta anche di Empoli, Ternana e Torino. Ritroviamo l’ex centrocampisa a Catania come vicepresidente e ad del club. L’uomo di fiducia di Pelligra, con cui cui l’intesa è totale. A cominciare dalla sostenibilità: «Vogliamo sviluppare una società con costi logici, con una spesa divisa in maniera giusta tra le varie componenti: prima squadra, settore giovanile, donne. Se non vinci il primo anno, poni le basi per non ripartire di zero. Il progetto vuole essere importante soprattutto per i giovani: l’hinterland di Catania ha numeri importanti per abitanti, la parte est della Sicilia deve diventare una nostra roccaforte. Il Parma? Rimane nella storia, noi dobbiamo fare la nostra corsa».

Una corsa che nasce a… Palermo. «Ero in Australia per una partita di A League, Mark (Bresciano, compagno di squadra e grande amico di Grella, ndr) mi invita nel suo box. C’era Pelligra, con cui aveva fatto operazioni extracalcio. Gli racconta di City Group, che aveva acquistato il Palermo, e del grande entusiasmo di Catania. Pelligra anni prima aveva provato con Brescia e Pescara. Mark gli dice di parlare con me. Sapevo che per il club c’era un avviso di manifestazione di interesse da parte del Comune per ripartire dalla D. Mi sono confrontato con Dante Scibilia che, come advisor del Gruppo Pelligra, aveva i contatti con il Comune e con la vecchia proprietà. Dieci giorni dopo il mio rientro in città, atterra Pelligra, che si innamora subito di Catania. È scattata una molla che lo ha fatto diventare proprietario del club».

E come arriva il suo coinvolgimento definitivo? «Ero solo un advisor e l’amico di Mark. A colazione Pelligra mi dice: voglio che tu sia il mio uomo in Italia, io sono troppo in giro per il mondo. Mi ha dato 48 ore di tempo, ne sono bastate 24. Avevo un contratto importante con gruppo di agenti in Inghilterra, si sono comportati benissimo con me e mi sono liberato. Per me era una esperienza nuova, in una piazza importante che aveva subito troppe delusioni. Mi sono detto: una parola in meno e un fatto in più, con un rispetto a doppio senso. Si dà e si prende, oggi sento che c’è. Da giocatore ero attento alla vita dei club. Da agente capisci i vari ruoli. Sono pignolo e voglio sapere tutto, che mi spieghino. Ho scelto un dg, Luca Carra, perché doveva insegnarmi con pazienza. Poi un ds, Antonello Laneri, con grande esperienza in C e D. Gli ho dato delle indicazioni: giocatori vincenti che si mettessero a servizio del collettivo. Lui li ha scelti».

Della promozione cosa si porta nel cuore? «I sorrisi della gente, perché era tanto che non lo facevano così. È stato bello riportare questa felicità in piazza, ritrovare questo entusiasmo, vedere la gioia dei giocatori ripagati dei sacrifici, anche di quelli andati in tribuna».

Tornando alla sostenibilità iniziale, nel progetto rientra il centro sportivo di Torre del Grifo? «Oggi è chiuso, in mano ai curatori fallimentari. Ho avuto qualche chiacchiera con loro, purtroppo servono grandi interventi, molto costosi. Come molto costosa è la gestione mensile. Se facciamo una analisi su un club sostenibile, Torre del Grifo oggi è un controsenso, in futuro non so. Personalmente, e non è un attacco alla dirigenza precedente, preferisco un centro sportivo più vicino alla città, perché devi sentire il caldo della gente, nel bene e nel male. Catania devi viverla».

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