Tuttosport: “Inchieste nel calcio. In Europa s’allunga la lista dei top club che rischiano”

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulle inchieste nel calcio e la lista sempre più lunga dei club europei che rischiano.

Lo scorso 23 marzo l’Uefa ha aperto un’indagine sul Barcellona, in seguito all’inchiesta della magistratura spagnola che ha portato alla luce lo scandalo legato a José Maria Enriquez Negreira, vice presidente del Comitato Tecnico degli arbitri spagnoli dal 2016 al 2018, il quale avrebbe ricevuto versamenti di milioni di euro direttamente dal club blaugrana attraverso una società di sua proprietà. Secondo l’Uefa si tratterebbe di una violazione del proprio Regolamento Disciplinare e tra le possibili sanzioni rientra anche l’impedimento a giocare le proprie competizioni.

Il tema nella Liga tiene banco da ormai un mese e ha portato anche a duri affondi da parte delle società rivali: “Non è un reato di corruzione sportiva” si è difeso il presidente Laporta, che ha anche attaccato il Real Madrid definendolo “favorito dagli arbitri”. La Casa Blanca dal canto suo ha espresso “massima preoccupazione per la gravità dei fatti” e che “comparirà al processo quando il giudice lo aprirà alle parti interessate”. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti in giro per l’Europa c’è anche il Manchester City, accusato di violazioni finanziarie. A dare il via all’inchiesta fu il giornale tedesco Der Spiegel: aveva avuto come prima conseguenza l’esclusione per due anni dalle coppe Uefa, prima che il ricorso in appello la cancellasse, poiché molte delle accuse erano cadute in prescrizione. Non per la Premier League, però: una commissione indipendente è stata incaricata di fare chiarezza e si presume che i tempi siano molto lunghi.

Sempre in materia di proprietà qatariote, il numero uno del Paris Saint-Germain, Nasser Al-Khelaifi ha un fascicolo con il suo nome in procura a Parigi con accuse di rapimento, sequestro e tortura nei confronti di Tayeb Benabderrahmane, lobbista francoalgerino che sarebbe stato in possesso di documenti sensibili riguardanti un caso di corruzione sul Mondiale 2022, poi rilasciato dopo aver firmato un accordo di riservatezza in cui si impegnava a non divulgare documenti considerati “sensibili”. Nell’occhio del ciclone anche il Benfica, alle prese con due casi: l’accusa di possibile combine nell’ultima giornata del campionato 2017/18 (decisivo per qualificarsi alla Champions League) e quello riguardo l’ex consulente giuridico del club Paulo Gonçalves, accusato di corruzione attiva e violazione del segreto istruttorio: gli inquirenti sostengono che l’uomo usasse inviti, biglietti omaggio, magliette autografate e altro merchandising della squadra per corrompere ufficiali giudiziari e ottenere così informazioni coperte da segreto istruttorio attraverso l’accesso al sito del ministero della Giustizia. Le informazioni riservate riguardavano eventuali indagini vicine alla società per cui lavorava, ma anche intorno a squadre rivali come Porto e Sporting di Lisbona o ancora arbitri e dirigenti sportivi.

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