Tuttosport: “Ecco come Zamparini ha scoperto Sirigu”

“Rigenerante tuffarsi nei ricordi. Sarà così dopodomani per Salvatore Sirigu, che torna nella “sua” Sardegna. Amore mai nato col Cagliari, ma le radici del nord dell’isola si enfatizzano quando l’estremo difensore fa capolino per giocare nella terra originaria. Inizi come da copione con tanti tentennamenti: prima giocatore di movimento, ma un problema d’asma consigliò un meno faticoso ruolo in porta. Il suo mentore è stato Gian Pio Porcu. Classe ‘47, di Orune in provincia di Nuoro. Ex portiere del Cagliari nei tornei giovanili dell’epoca, “Allievi” e “De Martino” (quest’ultimo poi sostituito dall’attuale Primavera) dal 1963 al ‘70, anno dello scudetto rossoblù. «Fantastici ricordi – dice Porcu -Mi allenavo con la prima squadra ed avevo maestri come Silvestri e Scopigno. Purtroppo in quegli anni davanti a me c’erano portieri fortissimi, come Colombo, Bertola, Mattrel, per non parlare di Reginato ed Albertosi, arrivati in un secondo momento, ma vincenti per natura. Comunque il Cagliari dal ‘64 al ‘66 aveva la “De Martino” più forte d’Italia». Tanti gli aneddoti su Salvatore Sirigu. L’amicizia con Adriano, il padre del portiere, lo aveva certificato come preparatore personale. «Nessuno credeva in Salvatore -ricorda Porcu- Agli inizi del nuovo millennio il Cagliari mi chiese di indicargli tre portieri che potessero interessare nel Nuorese. Ed io misi gli occhi, oltre che su Sirigu, anche su Capello ed un certo Stocchi. Fecero un provino e l’unico escluso fu proprio Sirigu. Che poi tornò alla “Puri e Forti” e quindi Posada». Brutto colpo, soprattutto per il padre appassionato e molto legato alle sorti del figlio. «Nel 2001, giovanissimo, lo adocchiarono alcune squadre qua in Sardegna – racconta ancora Porcu – Suo papà mi raccomandò di prepararlo per un eventuale ritiro e lo promise ad una formazione di quarta serie. Per i tre mesi estivi, da giugno ad agosto, lo ebbi a disposizione e gli feci fare tante sedute di allenamento in spiaggia. Faticose, ma si vedeva però che aveva talento». Quindi prosegue: «Poi, sempre nello stesso anno, quando le giornate non permettevano di andare in spiaggia, proseguimmo la preparazione nella rotonda che porta a Budoni. Lo stadio del paese era ancora in terra battuta e non ci permettevano di entrare senza permesso. Una curiosità: notammo che, tutti i giorni, si fermava una macchina con un signore attempato che osservava scrupolosamente. Capii immediatamente che si trattava di qualcuno interessato. Infatti, passarono due giorni e il tale si presentò: era un dirigente del Venezia in vacanza in Sardegna ed amico di Zamparini, allora appunto patron della società neroverde. Il padre Adriano lo aveva promesso in 4ª serie, ma fu facile convincerlo a farlo partire e da lì cominciò tutto, con lo stesso Zamparini che lasciò Venezia e lo portò poi a Palermo». Bella persona il signor Porcu, sei interventi a cuore aperto ed in attesa del settimo per una stenosi aortica reumatica. «Ma è difficile liberarsi di me, sono di Orune, paese di gente tosta», dice sorridendo. «Mi fa specie che il Cagliari abbia scartato Sirigu, perché avrebbe fatto un investimento per gli anni futuri. Io non mi voglio assolutamente assumere i meriti, ma la prima società della Sardegna dovrebbe fare più attenzione ai prodotti della propria terra. Accadde a suo tempo anche per Zola»”.

Questo quanto scrive l’edizione odierna di “Tuttosport”, che racconta come Zamparini riuscì a scoprire Salvatore “Walterino” Sirigu che con il Palermo fece il suo esordio in A, prima di essere ceduto al PSG insieme all’argentino Javier Pastore.