Terremoto Mbappé, il caso: «Non rinnovo, voglio il Real». Linea dura Psg: «Resta con noi»

New signing player of Paris Saint Germain Kylian Mbappe and Nasser Al Khelaifi president of PSG during press conference on September 6, 2017 in Paris, France. (Photo by Anthony Dibon/Icon Sport)

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si è soffermato sul caso Mbappè al Paris Saint-Germain.

Anche quando tutti sono convinti del contrario. Ossia che non vi sia miglior squadra al mondo per vincere del Paris Saint Germain, con Neymar e ormai pure con Messi. Ma la pensa diversamente Kylian Mbappé, pronto ad abbracciare una nuova esperienza, di carriera e di vita. Destinazione, Real Madrid.  Lunedì, il campione del Mondo ha formalizzato al presidente Nasser Al Khelaifi la richiesta di essere ceduto. In pratica, Mbappé non rinnova il contratto in scadenza 2022. E anche se non andrà allo scontro, ha messo il Psg davanti al bivio: capitalizzare entro fine agosto, rinunciando però a un tridente che farebbe pure da mega spot al Mondiale dell’autunno 2022 in Qatar; oppure rischiare di perdere forse il miglior giocatore del prossimo decennio, a zero euro.

La determinazione del ventiduenne ha scosso il club, anche perché, secondo un giornalista britannico del «Times» Mbappé avrebbe ricordato ad Al Khelaifi l’accordo tacito al momento della firma nel 2017 che gli permetterebbe di andarsene subito. A Parigi, invece, emerge la sensazione che il bomber sia al massimo un comprimario di Neymar, nonostante un rendimento in linea generale più proficuo del brasiliano. E l’arrivo di Messi, di cui non viene messo in discussione il rango e il palmares, di fatto ne censura l’ambizione di avere una reale centralità sportiva, dopo quattro stagioni da protagonista. Insomma, al di là del normale riconoscimento del proprio valore di mercato, non è una mera questione di soldi. Il Psg lascia intendere di poter alzare l’ingaggio di Mbappé dagli attuali dodici milioni netti ai livelli di quello di Neymar, a sua volta di poco inferiore a quello di Messi, intorno a quota trenta. Ma per il campione di Bondy, si tratta pure di una legittima volontà di realizzare anche un sogno d’infanzia, quando i muri della sua cameretta erano tappezzati di poster di Cristiano Ronaldo.