Tacopina: «Sto parlando costantemente con potenziali acquirenti per Palermo»

«Tutte le principali città in Europa hanno una cosa in comune, una squadra di calcio di vertice. Attualmente Venezia è l’unica città senza, ma è una cosa destinata a cambiare. Il Venezia diventerà un gigante del calcio italiano. Non ho alcun dubbio a riguardo. E’ solo una questione di tempo. Porteremo Venezia al vertice del calcio italiano, una posizione che gli compete».

Alla vigilia del campionato di Serie B (venerdì 25 agosto il Venezia affronterà in casa la Salernitana), il presidente arancioverde, Joe Tacopina, non si nasconde e in un’intervista esclusiva alla versione inglese di Calcio e Finanza (en.calcioefinanza.com) illustra i piani per riportare in alto il club.

Piani che passano anche dalla costruzione del nuovo stadio, che Tacopina ritiene possa essere pronto già per il 2020. «Le cose si stanno muovendo velocemente a Venezia. Abbiamo avuto il via libera al progetto e siamo molto soddisfatti. Non vediamo l’ora di poter aprire il nostro stadio in due anni e mezzo», spiega Tacopina, che riserva parole di elogio al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

«Prima del mio arrivo, il sindaco Brugnaro si era impegnato a dare il via libera a un progetto per un nuovo stadio. E lo ha fatto, ha mantenuto la sua parola. Si è dimostrato un amministratore lungimirante, perché lo stadio (benché privato) diventerà un patrimonio della città», aggiunge il presidente del Venezia, che sottolinea le ricadute economiche per la città.

«Costruiremo lo stadio vicino all’aeroporto, con un hotel, un centro commerciale e un teatro», ricorda Tacopina, «Ciò permetterà al Comune di Venezia (che ha venduto i terreni al club, ndr) di incassare molti soldi. La città beneficerà anche del gettito fiscale legato allo sviluppo dell’opera. Non solo, con il nuovo stadio saremo in grado di creare nuovi posti di lavoro nella zona».

Nell’intervista alla versione inglese di Calcio e Finanza, Tacopina, avvocato penalista con il pallino degli affari, si è soffermato anche sugli altri progetti per riportare il Venezia nel calcio che conta: dallo sviluppo delle Academy («Attualmente siamo presenti a Shangai, in Irlanda e a New York, ma vogliamo espanderci anche in Argentina e Perù») a quello del merchandising.

Venezia non è solo una squadra di calcio, ma è soprattutto il posto più speciale che esista al mondo. Ogni anno circa 30 milioni di persone vogliono visitare Venezia e diventare parte della città. Quando hai questo vantaggio e hai un nome così importante sulla tua maglia, è sicuramente più facile espandere il tuo brand».

Il presidente del Venezia si è inoltre soffermato sul futuro del calcio italiano e sull’impatto delle proprietà straniere. «Ho contribuito a portare nuovi investitori nel calcio italiano, come quelli che hanno acquistato la Roma e il Bologna. Ho aiutato Mike Piazza a investire nella Reggiana e lui è molto entusiasta di quel progetto. Sto parlando costantemente con potenziali acquirenti per Palermo. Sto aiutando anche Zamparini che è costantemente in contatto con me. Credo nel futuro del calcio italiano. Se persone esperte entrano in questo business portando con sé un modello di business nordamericano, che è un modello molto diverso da quello italiano, sarà fantastico».