Spinelli: «Nel calcio c’è chi guadagna e chi perde. Vi dico quanti soldi ho perso col Livorno»

LIVORNO 07 luglio 2009 NELLA FOTO: aldo spinelli ,roberto spinelli FOTO AUGUSTO BIZZI

«Striscioni contro di me? Si tratta di pochi tifosi della curva, tutti gli altri mi hanno sempre detto di non mollare. In questi venti anni ho perso il conto di quante volte ho pensato di cedere, avrò incontrato 200 persone, ma poi guardavano i bilanci e scappavano. Nel calcio c’è chi guadagna e chi perde. Io faccio parte della seconda categoria. Solo gli anni di A ho chiuso in pareggio per il resto avrò perso 50-60 milioni di euro, ma il calcio è una passione e devi farlo seguendola non certo per fare soldi. Il momento più brutto di questi anni è stata la morte di Morosini, il più bello il ritorno in Serie A dopo 55 anni e la Coppa Uefa. L’esonero che mi pento di aver fatto è stato quello di Donadoni, i rapporti si erano guastati per un giocatore che a me non piaceva e lui faceva giocare, ma se torniamo in A è la nostra prima scelta. Mazzarri? Quando ha problemi con la squadra, non affronta la situazione e tira in ballo la società, ma il suo Livorno era quello che giocava meglio. Lucarelli? È stato anche sfortunato, giocatori che si facevano male, che dovevano ambientarsi e poi aveva più pressioni degli altri allenatori, la gente pretendeva molto da lui perché è livornese». Queste le parole rilasciate da Aldo Spinelli, presidente del Livorno, ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.