Silenzio, parla solo Vazquez. La sua classe incanta Parma: Maresca era con lui a Palermo e gli ha affidato le chiavi per la A

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Franco Vazquez e la sua classe al servizio del Parma.

Vedere Franco Vazquez in Serie B è un lusso. Domenica sera, il campo di Lignano Sabbiadoro sembrava troppo piccolo per il suo immenso talento. Eppure, nonostante uno come lui potesse risparmiarsi, tanto prima o poi la giocata buona gli sarebbe venuta, nonostante fosse nettamente al di sopra degli altri (avversari e compagni), ha messo tutte le energie che aveva in corpo e ha finito con la lingua penzoloni, stanco come un ragazzino. Del Parma è la luce e, come Buffon, un esempio: tutti i giovani che Maresca sta educando al calcio vedono questi due monumenti, vi si aggrappano negli attimi di difficoltà e li seguono in silenzio come fedeli che vanno alla funzione religiosa.

Contro il Pordenone Vazquez ha dettato legge: gol di testa ad aprire la scatoletta, assist per l’avvio dell’azione del 2-0, tanta qualità alla quale, e qui si capisce che si sta parlando di un professionista intelligente, ha unito spirito di sacrificio e un paio di recuperi in zona difensiva. Come contro il Benevento, quando aveva concluso una gara di fatica e sofferenza inventando un lancio di 40 metri, all’ultimo secondo, per la volata-gol di Mihaila. Vazquez non è soltanto il valore aggiunto del Parma: è l’elemento che dà senso al tutto, l’uomo che lega i reparti e, come un direttore d’orchestra, stabilisce i tempi dell’esecuzione della musica. Il suo sinistro, domenica sera si è ammirato benissimo, scrive poesia. Ecco perché è davvero un lusso vedere un simile giocatore in Serie B. Va capito, semmai, perché ci è arrivato. O meglio: perché ha deciso di scendere dal grande palcoscenico per andare a recitare nei teatri di provincia, dov’era già stato con il Palermo nel 2013-14.