Secolo XIX: “Palermo-Genoa, l’ora dell’ex. Rigoni, Munoz, Hiljemark e Pinilla vogliono vendicarsi con Zamparini perché…”

“Botta. «Non abbiamo solo ragazzi di valore, ma anche “anziani” in panchina come Rigoni e Maresca». E risposta: «Prendermi dell’anziano a 30 mi mancava. Bel risveglio stamattina, #noncapiscenulla #zeroparole». La botta era firmata Maurizio Zamparini, la risposta molto piccata di Luca Rigoni. Dicembre 2015, poco dopo Rigoni finì fuori squadra e concluse così la sua breve ma intensa avventura rosanero. Addirittura 9 gol il primo anno, poi la crisi e il divorzio. È rinato al Genoa, dove è diventato indispensabile. Prima per Gasperini e poi per Juric. Non a caso, in poco più di un anno ha giocato 45 partite. Gasp lo usava da mezzala, Juric lo considera l’equilibratore ideale del suo gioco: trequartista soprattutto ma anche centrale, se davanti c’è da dare spazio a Pandev. È una soluzione già vista contro il Chievo. il tecnico la valuta anche per domani. Di sicuro, a Palermo Rigoni ci sarà. E sarà la prima volta da avversario dopo il traumatico divorzio. Zamparini sembra essere al passo d’addio. anche se certezze ancora non ce ne sono. Il Genoa deve fare punti, il Palermo è già retrocesso in B e per Rigoni si tratta di un dispiacere, visto che comunque alla gente di Palermo è rimasto legato. «Quanti ricordi che rimangono in mente. Domani sarà bello tornare a Palermo. Siete “speciali” Palermitani. Grazie da me e mia moglie», ha twittato. Ora però il Genoa è presente e futuro. C’è una stagione da salvare, una A da difendere. E l’ora dell’ex, vale anche per Ezequiel Munoz. In comune con Rigoni: il Palermo, il Genoa scintille con Zamparini. «Se non rinnova non gioca più», lo minacciò il presidente. Cosi andò a finire, lasciò Palermo dopo 5 anni per un assaggio di Samp e poi per un nuovo contratto con il Genoa. Se tutto andrà bene, con la Roma festeggerà le prime 50 partite rossoblù. E al Barbera tornerà in posizione inedita. almeno per questa stagione: centrale di difesa, al posto del sempre presente Burdisso adesso squalificato. Avrà il compito di guidare la retroguardia genoana, puntando sull’aiuto di Gentiletti che ha maggiori capacità di comando. Richiama un po’ tutti compagni soprattutto nella fase difensiva. un po’ quello che accade con Burdisso. Munoz è più silenzioso ma quando difende si fa sentire. Gli toccherà Nestorovski, unica nota lieta della disastrosa annata rosanero. Da ex, torna a Palermo per prendersi la salvezza. Con i rosanero ha giocato sia in A sia in B, retrocessione compresa. Esperienza che non vuole vivere a Genova. Fin qui le certezze, poi ci sono ex rampanti. Mauricio Pinilla ha esaurito il malus delle 5 giornate di squalifica, negli allenamenti è tornato pimpante e combattivo. Da quando è tornato al Genoa non ha ancora segnato, la sua annata è stata una enorme delusione. Ha ancora poche chance per riscattarsi, la prima a Palermo. Difficile che parta dall’inizio, molto più probabile che possa dare il cambio a Simeone 0 Pandev, visto il caldo e le condizioni non ottimali dell’argentino. Quando giocava con il Palermo, segnò il gol che condannò definitivamente la Sampdoria alla retrocessione. Ora ha la possibilità di mettere il suo sigillo sulla salvezza del Grifone, al termine di una stagione in cui ha combinato poco o nulla. Anzi, la sua espulsione contro l’Atalanta condannò i rossoblù a un altro umiliante 5-0. A marzo Edenilson ha salutato in anticipo tutti per tornarsene in Brasile. Così quando Juric è tornato, si è ritrovato senza una alternativa a Lazovic. Si è così inventato Hiljemark sulla destra, una soluzione già sperimentata in partita e con discreti risultati. Tanto che nelle prove tattiche di questi giorni ha sperimentato pure lo svedese. Anche per Oscar è arrivato il momento di ritrovare Palermo. Feeling mai nato. «Non si trovava più bene, doveva andare via», disse il suo agente a gennaio. «A Palermo c’era qualche problema», si è limitato a dire lo svedese. In neanche due anni, tra Palermo e Genoa, ha già avuto 10 allenatori. Stagioni tormentate, al Barbera si può chiudere ogni discorso”. Questo ciò che si legge su “Il Secolo XIX”.