Scartato dal Palermo. Como, effetto Strefezza: «Loro sanno chi sono»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Como, prossimo avversario del Palermo e riporta un’intervista a Strefezza, il colpo di mercato dei lariani scartato dai rosanero.

Jeans e maglietta, nessun orpello di lusso, un sorriso gentile, 169 cm di semplicità. E invece Gabriel Strefezza è uno che sposta, uno che sta cambiando gli equilibri della B. Due partite, due gol e due 1-0. Se la prima volta che era sceso dalla A era solo una promessa della Spal, adesso al Como è una certezza.

Perché è tornato in Serie B dopo 86 gare in A tra Spal e Lecce? «La mia carriera non è mai stata facile, ho fatto la C e sono salito sempre vincendo. Sono retrocesso in B con la Spal e sono risalito. Adesso è così: sono tornato in B per salire ancora. Ma stavolta per rimanere tanti anni».

Il Como per lei ha speso 5,5 milioni, dieci volte rispetto a quanto la pagò il Lecce dalla Spal nel 2021. E’ davvero diventato dieci volte più forte? «Dieci no, però un po’ di più sì. Sono più maturo. A Lecce per fortuna ho trovato il ruolo giusto: esterno d’attacco a destra. Lo faccio anche qui, e devo ringraziare Marco Baroni, è stato fondamentale per me».

E’ la prima volta che cambia squadra a gennaio. Facile? «E’ strano, pensavo fosse complicato inserirmi in una squadra che lavora insieme già da 5 mesi, in un gruppo che funziona. Invece è andato tutto bene».

E con due gol non avrebbe potuto presentarsi meglio… «Quella è una cosa in più, in quel ruolo è facile. Ma la cosa più importante è stata vincere».

Sabato va a Palermo: si ricorda quando venne scartato perché troppo… basso? «Era il 2016, ero arrivato dal Brasile a 18 anni, ho fatto due settimane con la Primavera. Ma è stato alla Lazio, con Inzaghi, che mi hanno detto che ero basso…».

Ma non si è arreso. «Sono rientrato in Brasile, ho completato i documenti e Vagnati mi ha chiamato alla Spal».

A Palermo si è già vendicato con la Cremonese: 31 agosto 2018, ricorda quel gol? «Sono entrato, prima palla toccata e gol. Finì 2-2. Così hanno capito chi è Strefezza».

Sabato sarà temutissimo. «Partita dura, ma noi ci siamo».

Torna in Sicilia, la terra dei suoi avi. «Sì, il bisnonno era siciliano, ma non ho avuto contatti con altri parenti. Magari sabato vengono a tifare Palermo, ci sta».

Questa volata a 5 sembra quella a 6 di due anni fa, quando avete vinto voi del Lecce. «Sì, anche allora c’erano grandi squadre in pochi punti. Noi abbiamo vinto perché c’era un gruppo molto importante, unito, che pensava alla stessa cosa: questo è fondamentale».

Al Como è così? «E’ così».