Rubrica, “La dolce metà di…” Rigoni. Parla Giada: «Abbiamo voluto fortemente Palermo, qui stiamo bene. Vi racconto Luca fuori dal campo…»

Quarto appuntamento con la consueta rubrica targata Ilovepalermocalcio.com, in cui le protagoniste sono loro, le dolci metà dei giocatori rosanero. Oggi è il turno di Giada, moglie da quasi quattro anni di Luca Rigoni, che ci ha aperto le porte di casa sua. In esclusiva ai nostri microfoni, ha raccontato il centrocampista rosanero tra curiosità e aneddoti fuori dal terreno di gioco.

Dopo tante peripezie, riusciamo finalmente a vederci. Arriviamo a casa Rigoni, ad accoglierci lei, la bella Giada, che subito ci mette a nostro agio. Mentre ci accomodiamo in giardino, sotto il caldo sole primaverile, comincio con le domande…

Allora Giada, raccontaci un po’: come vi siete conosciuti?

«Ci siamo conosciuti a Verona sei anni fa, grazie ad un nostro amico in comune che ci ha presentati. Niente di speciale insomma. Poi nel giugno 2011 ci siamo sposati. All’inizio è scattato il colpo di fulmine, ma solo per lui, non per me… (ride)».

Wow, e come è riuscito a conquistarti?

«Lui è un po’ un uomo d’altri tempi, mi ha conquistata con i gesti. Mi mandava messaggini o camminando per strada mi raccoglieva un fiore, è stato molto bravo a corteggiarmi».

Veniamo subito interrotti dal citofono. E’ arrivato anche Luca di rientro dagli allenamenti, con un dono per il piccolo Tommy. Un completino rosanero tutto per lui. Il piccolo lo indossa subito e ci raggiunge insieme al papà. Felicissimo del regalo, corre a giocare con Luca. Noi intanto continuiamo…

Com’è Luca fuori dal campo?

«E’ una persona che vive per la famiglia, non esce mai da solo o con gli amici. Usciamo sempre insieme. E’ un ragazzo semplice, molto umile e di cuore generoso, ma anche molto riservato. Non è come me. Siamo molto diversi di carattere, io sono un po’ più espansiva, lui è più chiuso».

Da circa due anni siete genitori del piccolo Tommaso. Che papà è Luca?

«Meraviglioso! Lo hai visto adesso con Tommy. Lo segue in tutto, lo porta all’asilo la mattina. Non è un papà che c’è solo per una cosa. C’è dal cambio del pannollino, al gioco. Veramente è un padre meraviglioso. Devo essere sincera, ha molti difetti, ma come papà è perfetto!».

A proposito di difetti e di pregi. Se dovessi citarne un paio di Luca…

«Mi viene complicato sceglierne solo uno di pregio, ma posso dire che è una persona molto sincera, ha dei valori molto forti, come lui pochi. E’ un uomo molto leale, che crede in quello che fa. Come difetto, sono sicura: ha la testa dura! E’ molto testardo, prima di accettare che qualcosa è sbagliata, e che quindi deve cambiare direzione, ce ne vuole. Comunque può essere considerato anche un lato positivo, dipende dai punti di vista».

Parliamo del suo mestiere. Si sa che il calciatore sta spesso lontano dalla famiglia, tra ritiri, allenamenti e trasferte. Tu come vivi questa situazione?

«Sì è vero, sta spesso lontano da casa. Però c’è anche da dire che in una famiglia “normale”, c’è chi va al lavoro alle otto del mattino e magari torna a casa la sera. Mentre mio marito sta via da casa per sole quattro ore al giorno. Noi alla fine siamo più privilegiati in questo senso. Ok, fa quel giorno in mezzo di ritiro, ma poi per il resto è sempre con noi. Andiamo a passeggiare la mattina, pranziamo insieme. Lunedì è il nostro giorno libero, che per gli altri e la domenica. L’unica cosa che sinceramente mi pesa molto, è il ritiro di luglio. Quello è pesante, però ti dirò che dopo molti anni, la coppia ha anche bisogno di questo. Quel mese così lontani può essere anche positivo, per riavvicinarci sempre di più. Potessi rinunciare, rinuncerei, ma voglio cogliere il lato positivo…».

Cosa ne pensi del Luca goleador, già sei gol in nemmeno un anno a Palermo…

«C’è da dire che il cambio di posizione ha influito molto in questo. Al Chievo faceva completamente un altro gioco, stava davanti la difesa ma non era un regista. Per farti un esempio, lo scorso anno sui giornali veniva promosso come “recupera palloni”, era più proiettato all’aspetto difensivo. Adesso invece giocando in quella posizione, può sfruttare tutte le sue doti. Poi ci sono anche Dybala e Vazquez che hanno una tecnica pazzesca e lo aiutano molto. Lui è uno che si adatta a qualsiasi ruolo».

Quando gioca lo segui allo stadio o in tv?

«A Palermo lo seguo sempre allo stadio, quando posso faccio anche qualche trasferta. Sono stata a Bergamo contro l’Atalanta, poi andrò a Sassuolo. Quando riesco lo seguo così. Altrimenti a casa, in tv».

Anche il piccolo Tommy lo segue immagino. Come reagisce quando vede il papà in campo?

«Allo stadio sto iniziando a portarlo solo adesso, lo scorso anno era ancora troppo piccolo. Lo distingue e lo saluta, ma non si rende conto più di tanto. E’ ancora molto piccolo, ha quasi due anni. Per esempio quando lo vede in tv lo indica dicendo a modo suo “Papà, Luca…vieni qua!” (ride, ndr)».

Luca a parte, qual è il tuo rapporto con il calcio?

«Lo seguo solo per mio marito. Anche se in famiglia siamo sempre stati dei calciofili. Mio papà è presidente di una squadra, quindi in famiglia si è sempre respirato calcio. Io mai seguito più di tanto, poi da quando sto con Luca seguo molto le sue partita. Prima in famiglia eravamo di fede interista, ma da sei anni ormai siamo stati tifosi del Chievo prima e tifosi rosanero adesso (ride, ndr)».

Dopo anni di Verona, l’estate scorsa vi siete trasferiti a Palermo. Qual è stato il vostro primo impatto con la realtà siciliana?

«C’è da dire che noi, già da prima di arrivare, da circa due anni volevamo tanto venire a Palermo. La nostra volontà era quella, anche perché io sono molto legata alla Sicilia, e Palermo mi è sempre piaciuta e ho diversi amici palermitani che mi parlavano benissimo della città. Poi se ne parlava soltanto e non si faceva mai nulla. Finalmente in estate è successo, ne siamo stati felici. Il nostro primo impatto è stato buono, certo è molto diversa la città rispetto a Verona. Soprattutto in centro, molto più grande e per spostarti devi usare l’auto, mentre invece Verona è più a dimensione d’uomo, ma qui stiamo benissimo».

Differenze?

«Non ho notato particolari differenze, davvero. Tutto il mondo è paese, quello che magari si vede qui, si può anche vedere al nord. Ah, no aspetta… una differenza l’ho notata».

Cioè?

«Il traffico ed il modo di guidare dei palermitani! Qui non si rispetta nulla, gli stop o il semaforo, è un’avventura guidare a Palermo. La cosa peggiore è che mi avete contagiato anche Luca!!! (ride, ndr)».

Rido anch’io e la guardo incredula…

«Sì, ha imparato a guidare così anche quando torniamo in Veneto. Non rispetta gli stop, affianca le altre auto ai semafori, anche se non dovrebbe e in auto con le mani sul volto gli dico: “Tu qui non puoi guidare così, non siamo a Palermo!” (ride, ndr)».

Parliamo di cibo. Avete qualche pietanza palermitana preferita?

«Qui avete molta varietà di cibo, soprattutto dolci che sono molto buoni. Come specialità palermitana, adoro la “Pasta al Forno”. Noi la facciamo pure, ma come la fate qua con gli anelletti, è buonissima. Luca invece preferisce i dolci, va matto per il cannolo. Mangiamo un po’ tutto, adoriamo anche le panelle o le arancine, buonissime. Però ti dirò che anche da noi a Verona si mangia tanto, una mia amica siciliana è salita su ed è li che ha preso un bel po’ di chili (ride, ndr)».

Come vi piace trascorrere il tempo libero in città?

«A noi piace molto il mare, infatti adesso che non piove più e ci sono le belle giornate, ne approfittiamo per andare a fare belle passeggiate in spiaggia. Quando abbiamo qualche giorno libero, viaggiamo per la Sicilia. Abbiamo già visitato tanti posti meravigliosi».

Per esempio?

«Siamo stati alla Valle dei Templi di Agrigento, bellissima. Poi anche a Cefalù, Taormina, tanti posti meravigliosi. La Sicilia è bellissima e finché sono qui, vorrei approfittarne per visitarla tutta. Vorrei anche fare un salto Catania, ma magari è meglio evitare…(ride, ndr)».

Perché?

«Adesso Luca è un giocatore del Palermo, non so come potrebbero reagire vedendolo in città. E poi, rivalità a parte, lui lo scorso anno gli ha fatto gol, quindi magari ce l’hanno con lui… (ride, ndr)».

Il mestiere di calciatore, porta spesso la propria famiglia a cambiare città. Palermo a parte, c’è una città in cui avresti voluto vivere grazie al lavoro di tuo marito?

«A me piace molto Firenze, mi piace proprio come città. Ho vissuto lì per un po’ perché ho frequentato gli studi di odontotecnica, quindi come luogo mi piace molto. Sarebbe bello un giorno tornarci, ma non per il mestiere di Luca, magari andiamo appena smette di giocare».

Ti piacerebbe se un giorno il piccolo Tommy decidesse di seguire le orme del papà e diventare calciatore?

«Mi piacerebbe tantissimo, perché comunque è un bel mestiere, ma che devi fare con passione. Se lui ce l’avrà bene, ma è giusto che sia lui a decidere. Lo lascerò libero di scegliere ciò che è giusto per lui».

Che rapporti hai invece con le altre mogli dei calciatori rosanero? Vi frequentate?

«Sì, usciamo spesso con la famiglia Della Rocca, io e Michela (la moglie di Francesco, ndr) siamo molto amiche. Infatti questa sera saremo con loro. Poi ci frequentiamo anche con la famiglia Maresca e anche con Vitiello andiamo a pranzo qualche volta. Abbiamo un gran bel rapporto con tutti. Poi ho anche altri amici extra calcio…».

Giada ho quasi finito le domande, nel ringraziarti per la tua disponibilità ti chiedo: i tifosi rosanero sono molto affezionati a Luca, vuoi dire loro qualcosa?

«Li ringrazio davvero molto per l’affetto che dimostrano ogni giorno a Luca e anche a me. Mi arrivano molti messaggi sui miei social, carinissimi. Siamo molto contenti, era quello che volevamo quando siamo arrivati qui. Continuate così a tenerci nei vostri cuori!»

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