Repubblica: “Zamparini adesso guarda a Oriente. Lunedi delegazione cinese in Italia. Cascio non ha mai presentato offerta credibile…”

“Si vedranno a Vergiate, negli uffici di Maurizio Zamparini e metà settimana. Prima un incontro con il manager che sta facendo da tramite per l’affare. Poi, all’inizio della prossima settimana, quando la delegazione cinese arriverà in Italia, si passerà alla fase operativa. Dopo che Frank Cascio ha gettato la spugna, il Palermo volta decisamente pagina e guarda all’Oriente. Guarda alla Cina e al gruppo di imprenditori che vuole rilevare la società rosanero. Una trattativa più solida e credibile rispetto a quella portata avanti nelle ultime settimane dall’ex assistente di Michael Jackson. Del resto era stato lo stesso Zamparini a dire di preferire la pista cinese ed era stato ancora Zamparini, dopo la presentazione della prima offerta di acquisto, a chiedere a Cascio delle garanzie economiche e finanziarie per andare avanti. Garanzie che non sono arrivate così come non è mai arrivata la seconda offerta la cui imminenza era trapelata da ambienti vicini al manager di origini siciliane. Un’offerta che avrebbe dovuto rimodulare le modalità di acquisto della società e avrebbe dovuto soprattutto annullare la clausola legata allo stop del pagamento rateizzato nei tre anni qualora la squadra fosse retrocessa in B. Invece non è avvenuto niente di tutto ciò e, alla luce degli ultimi avvenimenti, restano forti dubbi sulla reale potenzialità economica di Cascio e del suo socio Paul Baccaglini. Qualche giorno fa, l’advisor scelto dal Palermo per la trattativa, ha ricevuto una comunicazione dallo studio Tonucci nella quale si annunciava che, dopo una prima fase di raccolta di impegni formali da parte degli investitori disposti a finanziare l’operazione, si sarebbe successivamente entrati nella fase vera e propria di negoziazione. Come a voler dire che ancora Cascio non aveva nessun impegno formalizzato da parte dei suoi potenziali soci se non quello del fondo Integritas Capital dell’ex Iena Paul Baccaglini. E anche l’Iron Clad Capital di Bradley Rangell era un advisor finanziario di supporto, collettore di eventuali partner interessati all’operazione, e non finanziatore in prima persona. Insomma, Cascio, spinto dalla sua passione per il Palermo e dalla voglia di fare business, ha portato avanti una trattativa che poi, alla resa dei conti, non ha potuto chiudere. Ed ecco quindi che Zamparini guarda a Oriente. A dire il vero era quella la direzione nella quale il presidente rosanero aveva sempre puntato l’attenzione per portare avanti la trattativa nella speranza di chiuderla. Una speranza da duecento milioni di euro. È questa la cifra che il colosso delle costruzioni cinese intende investire. Un’operazione che avrebbe il bene placito del governo di Pechino che potrebbe intervenire direttamente con una banca di stato garante dell’affare. Un’operazione che si svilupperebbe in tre direttrici: la società, la costruzione di un nuovo stadio e la realizzazione di un centro sportivo (certamente non più a Carini). Un affare che potrebbe essere una parte di affari ancora più economicamente rilevanti tra i cinesi e il Gruppo Zamparini. Affari che non avrebbero niente a che vedere con il calcio e potrebbero interessare il settore del turismo, dell’agricoltura biologica e delle energie alternative che sono gli altri campi nei quali si muove la holding del presidente del Palermo. I cinesi, intesi come colosso delle costruzioni e governo di Pechino, acquisterebbero in un primo momento il settantacinque per cento del Palermo, lasciando il venticinque per cento a Zamparini per almeno due o tre anni. Una fase di transizione, che avrebbe un presidente diverso da Zamparini, alla fine della quale il Palermo diventerebbe totalmente cinese”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.