Repubblica, Sorrentino: “«La B? Chiamate Iachini». L’ex capitano ha presentato in città la sua autobiografia”

“Un anno dopo la salvezza Stefano Sorrentino torna a Palermo. L’occasione gliel’ha data la presentazione della sua autobiografia “Gli occhi della tigre”. Della sua storia, di quella da portiere rosanero e degli ultimi anni di carriera che spenderà con il Chievo si può leggere sul libro (editore Mandragora, 12 euro). Il ricavato sarà devoluto al progetto “Insuperabili”, scuola calcio per ragazzi e ragazze con disabilità fisica, cognitiva e comportamentale. Impossibile però non affrontare il tema del momento delicato dei rosanero.

«È passato un anno – dice Sorrentino – i palermitani continuano a chiamarmi capitano. È una cosa che mi fa piacere».

Sorrentino, si aspettava che appena un anno dopo la vostra impresa il Palermo finisse in B? «Non me lo aspettavo e mi è dispiaciuto. Vivere la retrocessione proprio il giorno della partita contro il Chievo non è stato bello per uno che l’anno prima aveva dato tutto per la salvezza. Spero che possa tornare subito in A».

Maresca ha detto che il Palermo è stato smantellato. Avevate già capito che la squadra poteva finire in B? «Enzo parla poco, ma non lo fa mai a sproposito. I risultati gli danno ragione. Non potevo accettare di essere l’unico portiere a retrocedere due volte con la maglia del Palermo, ma non sono andato via perché avevo paura della B. Avevo già deciso che se ci fossimo salvati era giusto lasciare nel momento migliore. E poi non accettavo di fare da chioccia a Posavec. Voglio giocare ancora».

Posavec è stato bocciato. Pensa che il Palermo possa ripartire da Fulignati? «Per me sì. È giovane, deve sbagliare, crescere e imparare, ma gli va messo qualcuno accanto che possa aiutarlo a crescere senza bruciarsi. Ha un ottimo preparatore come Sicignano e quando gli è stata data continuità ha fatto bene».

È stata una retrocessione cercata? «Retrocedere non conviene mai a nessuno. È stata una stagione negativa, piena di decisioni sbagliate e troppi cambi. Anche altre società che hanno vissuto il passaggio di proprietà non sono riuscite a fare risultati durante le trattative. Le polemiche sul paracadute poi non le ho capite, questo meccanismo forse ai tifosi non è chiaro: non è che se retrocedi ti arriva a casa subito l’assegno premio da 25 milioni di euro».

A proposito della cessione del club, che idea si è fatto? «Trovo normale che in attesa del closing Zamparini continui a muoversi in prima persona perché ad oggi è lui il proprietario. Tra un mese si parte per il ritiro e guai a non farsi trovare pronti. Questo è un momento storico particolare: c’è una trattativa ed è normale che i tempi siano lunghi perché le cose devono essere fatte bene. Quando chiedi un mutuo per una casa passa un sacco di tempo. Figurati se compri una squadra come vuole fare Baccaglini. Se ci sarà il closing spero che chi subentri abbia le carte in regola per riportare subito il Palermo in A».

Che rapporto aveva con Zamparini? «Devo ringraziarlo per avermi portato a Palermo, per il resto sapete com’è: si innamora e disamora di una persona molto velocemente. Ha provato a vendermi a ogni sessione di mercato, ma alla fine sono riuscito a essere il portiere con il record di presenze in A. Si vedeva poco, ogni tanto mi telefonava, ma dopo Frosinone non ci siamo più sentiti. Prima di quella partita non voleva che giocasse Maresca, Ballardini aveva deciso di schierarlo e Zamparini mi telefonò per intercedere: io difesi Enzo, dissi che non doveva esonerare di nuovo Ballardini per chiamare Di Marzio, visto che mancavano quattro partite. A Frosinone abbiamo vinto e poi ci siamo salvati, ma da quel momento non ci siamo più sentiti».

Ha conosciuto Baccaglini? «Mi ha fatto gli auguri il giorno del mio compleanno e mi ha fatto una buona impressione. Pensavo a uno scherzo e ho chiamato l’addetto stampa del Palermo che me lo ha passato. Mi ha raccontato che tutti gli avevano parlato di me».

Cosa serve al Palermo per ritornare in A? «Giocatori di categoria, uno zoccolo duro e una programmazione. Quando abbiamo vinto il campionato a suon di record avevamo tutto questo. Ci sono giovani come La Gumina, Pezzella, Bentivegna che sono molto interessanti solo che hanno bisogno di crescere e sbagliare con gente esperta accanto a loro».

Anche sulla panchina? «Soprattutto sulla panchina:sappiamo quanto è dura la serie B. Andrei sul sicuro: l’allenatore che ha il record di promozioni è uno solo, Beppe Iachini. Ripartirei da lui»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.