Repubblica: “Palermo Zen, appello al Comune per il campetto di calcio: «Se ne prendano cura»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’appello del Comune in merito ai campetti dello Zen.

È l’orgoglio del quartiere Zen. Uno spazio per bambini e ragazzi tanto desiderato che da sei anni tutti proteggono e contribuiscono a rendere pulito e sicuro. Si tratta del campetto di calcio “Andrea Parisi” dello Zen 2, nell’area che nei sogni dei residenti un giorno dovrebbe diventare la piazza del quartiere. L’unico fazzoletto di terra che si salva insieme con il vicino spazio verde “Trenta alberi per lo Zen”, realizzato grazie al progetto sulle periferie “G124” del senatore a vita Renzo Piano. Per il resto tutto attorno è una grande discarica di rifiuti.

Del campo di calcetto e del giardino dei “Trenta alberi”, però, l’amministrazione comunale non si occupa. Sono spazi pubblici che di pubblico hanno soltanto la fruizione, non la cura quotidiana. «Nessuno era pronto a scommettere che il campetto di calcio avrebbe resistito nel tempo — dice Fabrizio Arena, presidente dell’associazione Laboratorio Zen Insieme che con i residenti si prende cura dello spazio dedicato allo sport — Invece è uno dei fiori all’occhiello del quartiere. Un punto di ritrovo dove i ragazzi giocano, crescono e si confrontano. Prima di diventare questo, era una discarica come tutto il resto della famosa piazza era una discarica».

Ma la manutenzione è fai-da-te. «Siamo noi a pulirlo con la gente — dice Arena — E soprattutto a metterlo in sicurezza nel caso si creino problemi con il manto verde o con le porte. Quando si fanno le partite, i tornei abbiamo sempre cura di rimetterlo a posto. Nessuno del Comune è mai intervenuto su quel bene dal 2016».  «Chiediamo al Comune anche la manutenzione di questo spazio — dice Arena — In questo caso significa anche curare gli alberi. Se è possibile, chiediamo anche di collocare in un altro punto i giochi dei bambini che sono stati sistemati sul lato che dà sulla strada dove le auto sfrecciano. Questo crea una comprensibile preoccupazione per i genitori».